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Quando il ‘manico del coltello’ passa dalla parte del giocatore. Rinnovi mai arrivati e deprezzamenti, Milenkovic-Pezzella e il rischio ‘effetto Kane’ su Vlahovic

Quando il ‘manico del coltello’ passa (troppo spesso) dalla parte del giocatore. Rinnovi mai arrivati e deprezzamenti, Milenkovic-Pezzella e il rischio ‘effetto Kane’ su Vlahovic

Un anno fa, il ds della Fiorentina Daniele Pradè parlava così al termine del calciomercato estivo: “Se ci fosse stata un’offerta congrua, Milenkovic e Pezzella sarebbero partiti. Adesso proveremo a rinnovare i loro contratti, altrimenti li cederemo. Il rinnovo di Milenkovic sarà molto difficile ma ci proveremo. Con Pezzella ne riparleremo più avanti, se ne riparleremo”.

12 mesi più tardi, sia sul serbo che sull’argentino, poco è cambiato. La data di scadenza dei rispettivi accordi, infatti, è sempre la stessa, visto che nessuno dei due ha rinnovato. L’unica cosa che è cambiata è la loro valutazione di mercato. Entrambi, ad un anno dalla scadenza del legame con la Fiorentina, si sono deprezzati (anche per un campionato decisamente insufficiente per entrambi). Difficile, quasi impossibile, riuscire a monetizzare in maniera consona l’eventuale uscita di Milenkovic, per il quale un anno fa erano arrivate delle offerte superiori ai 20 milioni di euro, rispedite al mittente perché non considerate adeguate alla valutazione del serbo classe 1997 fatta dalla Fiorentina. L’argentino, invece, non ha mai avuto offerte congrue, se non la ‘famosa’ offerta di prestito all’ultimo giorno di mercato da parte del Milan. Cose che capitano nel calcio. Se capitano troppo spesso, tuttavia, potrebbero far accendere un campanello d’allarme.

MANICO DEL COLTELLO. Il proverbiale manico del coltello, infatti, è passato di mano. Il potere contrattuale, ad oggi, è tutto nelle mani del giocatore, piuttosto che in quelle del club. Nel caso di Milenkovic (soprattutto), il rischio che dalla sua partenza entrino nelle casse viola diversi milioni di euro in meno rispetto ad un anno fa c’è, ed è altissimo. Così come il rischio di non prendere neanche un euro qualora dovesse restare e avviarsi a scadenza. Che ci fosse poca volontà di rinnovare da parte del serbo lo si era capito. Ma la vera domanda è: si sarebbe potuto agire diversamente? Quesito che sorge spontaneo. Ancor più nel momento in cui lo stesso discorso potrebbe valere sia per Pezzella che per Dusan Vlahovic.

EFFETTO KANE. “La volontà della Fiorentina è quella di accontentare il ragazzo, di trovare un accordo con lui e il suo agente”, disse Commisso a maggio. Refrain ribadito più volte, anche pochi giorni fa, da Barone. L’accordo sarebbe anche più vicino di quanto non si possa pensare. Mancano ancora le firme, però. E non è un dettaglio. Il trascorrere del tempo, infatti, può giocare un brutto scherzo alla Fiorentina, ancor più di quanto non lo abbia già fatto, visto che un anno fa, nel momento in cui il serbo era stato promosso centravanti titolare della Fiorentina, erano emerso il problema scadenza del contratto al 2023 con ingaggio da meno di mezzo milione di euro. La rottura sempre più fragorosa tra Harry Kane e il Tottenham, infatti, potrebbe portare gli Spurs ad affondare il colpo sul nove viola. Che nelle idee di Commisso può anche restare senza rinnovo, ma…a quel punto il manico del coltello sarebbe ancor più nelle mani di Vlahovic, come accaduto con Federico Chiesa. Per carità, teste e persone diverse il serbo e il genovese. Il rischio, però, è il medesimo. E sarebbe difficile, stavolta, riuscire ad ottenere anche quei 60 milioni di euro, per quanto a rate, che la Fiorentina ha incassato dalla cessione di Chiesa.

SCONTENTI. Fu Cesare Prandelli a tirar fuori per primo la parola ‘scontenti’, riferendosi a calciatori che la Fiorentina aveva in rosa, ma che volevano cambiare aria o giocare con maggior continuità. Tra questi c’era Lirola, che non ha fatto niente per nascondere la volontà di tornare al Marsiglia. Non tutti i casi sono uguali, sia chiaro. Perché se un giocatore ha un contratto, e un club ne fa una valutazione, è anche giusto che la società agisca come meglio crede. Il rischio, tuttavia, che si ripetano avvicendamenti del tipo Chiesa-Callejon, che somigliano molto a quello Milenkovic-Nastasic che potrebbe verificarsi , è esattamente ciò che va evitato. E quando hai il coltello dalla parte del manico, come spesso ha l’Atalanta, capita di riuscire a vendere Romero per più di 50 milioni (quasi 60), di farlo al momento giusto evitando deprezzamenti, e soprattutto di poter sostituire nel migliore dei modi chi va via. L’auspicio, ovviamente, è che ciò non si verifichi (ancora una volta). Intanto c’è Nico Gonzalez, ma l’attenzione dei più, nonostante sia sbarcato a Firenze il calciatore più pagato della storia della Fiorentina, è rivolta a situazioni delicate delle quali si continua a parlare ormai da mesi, se non da anni.

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