Edoardo in panchina come collaboratore, prima ha soccorso l’attaccante viola, poi ha vissuto con apprensione quando Moise si è accasciato a terra
Le mani sul volto, la felpa della tuta a chiudersi gli occhi per non guardare quei concitati momenti di paura. Edoardo Bove ha vissuto così il trauma cranico occorso a Moise Kean durante Verona-Fiorentina. Edoardo, in panchina come collaboratore e membro dello staff tecnico di Palladino ormai da diverse settimane, è stato il primo ad alzarsi quando Kean è rimasto a terra dopo lo scontro con Dawidowicz e ad assicurarsi che in un primo momento tutto volgesse per il meglio. Così scrive La Repubblica.
APPRENSIONE. Si è avvicinato all’attaccante, ha seguito le operazioni del dottore viola Pengue e poi si è rimesso in panchina, protestando con il quarto uomo per un fallo non ravvisato. Ma pochi minuti dopo, quando Kean si è accasciato in campo ed è arrivata l’ambulanza in panchina lo scenario è cambiato: durante le manovre di soccorso dei sanitari Bove ha vissuto quei momenti con apprensione, con le mani sul volto e con la felpa a coprirsi gli occhi. Quasi come a non guardare e a non rivivere a poco più di due mesi di distanza quello che gli era successo durante Fiorentina-Inter.
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Redazione LaViola.it