Ce li abbiamo due anni di pazienza, invocata legittimamente due sere fa da Di Biagio, dopo il ko argentino? Perché potrebbe anche accadere quel che è successo all’altra Italia senza mondiale, 60 anni fa, che impiegò ventiquattro mesi esatti (gennaio 1958-gennaio 1960) per tornare a vincere una partita: 8 incontri senza un successo (5 pareggi e 3 sconfitte), come mai accaduto nella storia centenaria della Nazionale. E allora la risposta ovviamente è no, conoscendoci, diremmo proprio di no, non li abbiamo. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
Per il nuovo ct, adesso ci sono una data, il 20 maggio, e una partita, Francia-Italia, 1 giugno a Nizza, per il suo debutto. L’identikit? Niente novità: ha molto di Mancini, con qualche tratto ancora di Ancelotti, e più sfumati, dettagli di Conte, Ranieri e… un neo d’indefinito. Perché proprio il 20 maggio? Perché è il giorno di chiusura della serie A, mentre il 19 sarà terminata la Ligue 1 e il week end precedente Premier e campionato russo: a palla ferma, la Federcalcio potrà rendere nota la sua scelta senza mettere in difficoltà il club di appartenenza dell’allenatore trasformato in ct.
Ovviamente la trattativa entrerà nel vivo ben prima del 20 maggio. Dopo Pasqua, gli uomini che sono adesso la Federazione, ovvero Fabbricini, Costacurta, il dg Uva e il presidentissimo Malagò, scioglieranno la riserva, trasformando i contatti informali con i vari candidati nella missione ct. Della voglia di Mancini è stato detto tutto come della sua pole; del gradimento per Ancelotti altrettanto (anche se è Carlo ad avere sempre più dubbi). E così per Conte e Ranieri. La carta Di Biagio potrebbe essere giocata subito solo in caso di difficoltà a chiudere col prescelto. Che dovrà accettare un ingaggio parametrato ai livelli europei (tra i 3 e i 4 milioni), restando entro i 5 milioni stanziati per tutto il nuovo staff azzurro. Un elemento che potrebbe fare la differenza.
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Redazione LaViola.it