Il figlio del ct azzurro, che negli ultimi due anni ha lavorato alla Fiorentina, ha parlato anche della Nazionale: “I ragazzi si divertono”
Andrea Mancini, figlio del ct Roberto, è intervenuto sul canale Twitch di Calciomercato.com per parlare di Italia–Spagna, del ruolo del padre, ma soprattutto di Rocco Commisso e della Fiorentina, per il quale Andrea ha lavorato negli ultimi due anni al fianco del ds Pradè e del dg Joe Barone.
COMMISSO. “In America, quando giocavo nel New York Cosmos, ho avuto la fortuna di conoscere Rocco Commisso. Nel 2017, tornato in Italia, ho preso il patentino da ds e ho lavorato alla Fiorentina. Ho una stima infinita per Commisso: pochi presidenti hanno una passione come la sua, mi ricorda i presidenti vecchio stampo come Mantovani. Se deve dire una cosa la dice, non va dietro il sistema, e questo è un qualcosa che in Italia può risultare scomodo. Sono rimasto impressionato, è di un’intelligenza incredibile. Si merita soddisfazioni con la Fiorentina“.
ITALIA-SPAGNA. “Sono tranquillo e sereno, come durante tutto questo mese. Ero sicuro che avremmo fatto qualcosa di importante: ora siamo alle final four, il desiderio è arrivare in finale e vincerla, ma ci sono anche altre squadre, tutte forti. Spagna, Inghilterra e Danimarca sono tre grandi nazionali, c’è un motivo se sono arrivate fin lì. L’Inghilterra ha battuto la Germania, è solida ed è l’unica che ha subito zero gol, ora ha ritrovato anche i gol di Kane. E’ quella che mi mette un po’ più paura, ma con la Danimarca non sarà semplice. La Spagna è la Spagna, è giovane ma ha rifondato“.
SULLA SPAGNA. “La conosciamo tutti. Papà ha persone che lavorano con lui, uno staff di prim’ordine. Non ci sono Xavi, Iniesta, Villa e Fabregas, ma ci sono ragazzi giovani dal talento incredibile, vengono tutti dalle nazionali giovanili, con cui hanno vinto quasi tutto. Fanno un po’ il gioco dell’Italia, sarà una partita spettacolare e difficile, tra due squadre votate all’attacco. Forse siamo un po’ più forti difensivamente“.
SULL’ITALIA. “Fa piacere, i ragazzi e papà sono riusciti a dare momenti di gioia e spensieratezza dopo due anni di inferno e dolori. Penso che la stella sia il gruppo, papà è stato bravo a creare un gruppo e una famiglia. I ragazzi si divertono, si vede, come se andassero a giocare al parco con gli amici. Non ho visto uno scontento, abbiamo un’alchimia che probabilmente le altre nazionali non hanno“.

Di
Redazione LaViola.it