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Mancini, fine dei ‘blocchi’: giocatori di 9 squadre diverse. Per i viola c’è Chiesa

Club Italia ‘multicolor’, niente più blocchi di un’unica squadra. Per la Fiorentina c’è Federico, tra i titolarissimi del ct.

Meglio dimenticarsi degli anni 70 e dei nove juventini nella rosa della splendida Nazionale di Enzo Bearzot in Argentina (ma anche i sei in Spagna, quattro anni dopo, non erano pochi). Meglio dimenticarsi della struttura milanista dell’Italia di Arrigo Sacchi. Non è un calcio per «blocchi» questo calcio moderno: l’invasione degli stranieri impedisce (o quasi) che un club possa essere una nazionale. Tutto il contrario. Roberto Mancini s’è adattato senza problemi alla nuova realtà. Anche domani contro la Grecia, partita decisiva per andare all’Europeo, la sua Italia titolare dovrebbe essere composta da calciatori di 9 club diversi. Tanti, ma non è il suo record, scrive La Gazzetta dello Sport.

CHIESA. In porta gioca Donnarumma (Milan). In difesa indiscutibili D’Ambrosio (Inter), Bonucci (Juve) e Spinazzola (Roma). A centrocampo maglia assegnata a Verratti (Psg) e Jorginho (Chelsea). In attacco, infine, Chiesa (Fiorentina) e Insigne (Napoli) sembrano sicuri. Otto ruoli e 8 squadre diverse. E i dubbi? Acerbi (Lazio)-Romagnoli (Milan) in difesa; Bernardeschi (Juve)-Barella (Inter) in mezzo; Immobile (Lazio)-Belotti (Torino) davanti. Insomma, uno a caso tra Lazio e Torino aumenterebbe comunque il contingente a 9. E se giocassero sia Acerbi sia Belotti saremmo a 10 squadre diverse. In Francia-Italia 3-1 del 1° giugno 2018 Mancini mandò in campo addirittura giocatori di 11 squadre diverse: anche allora per i viola c’era Chiesa.

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