Il presidente del Coni: “A parità di condizioni, i giovani sceglieranno di venire al Viola Park. Procuratori? Bisogna regolamentare”
Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha parlato anche ai microfoni del canale ufficiale gigliato a margine della visita al Viola Park. Questo un estratto delle sue dichiarazioni: “Sono sconvolto in senso positivo dall’importanza del progetto del Viola Park, è il progetto in assoluto più importante che c’è oggi in Italia in questo settore”.
“Investimenti sui giovani italiani? Chi non lo fa non ha una giusta visione. Mi rendo conto che questo tipo di operazioni non hanno mai un ritorno nel breve periodo, spesso nel medio e ancor più frequentemente nel lungo periodo. E’ un lavoro di semina, per ovvi motivi. Magari chi viene alla Fiorentina la sceglie per la bellezza di Firenze, un po’ come succede per le università. Oltre a questo, c’è anche il Viola Park: a parità di condizioni, i giovani sceglieranno di venire qui perché al Viola Park troveranno la possibilità di dormire, mangiare, allenarsi, essere curati, ovviamente studiare. Il tutto in un contesto scenografico bellissimo: non credo ci sia un centro sportivo di una società di calcio che abbia per contorno la bellezza di queste colline”.
“Semplificare la burocrazia? È da sempre un mio mantra. Io sono un funzionario pubblico e soffro di tutto questo. La Fiorentina, nel realizzare quest’opera, è assoggettata a una serie di problematiche e di vincoli. Io convivo tutti i giorni con questo tipo di problemi. Serve una defiscalizzazione, serve rispetto per i vincoli ma non l’ostruzionismo a prescindere. Serve la valorizzazione ma non a priori: bisogna valorizzare il preesistente, ma non deve valere se il preesistente era una discarica come c’era qui e non c’era alcun piano che prevedesse di purificare l’area. Alla fine se si riesce a fare le cose è più alta la soddisfazione. Il problema è che magari qualcuno dice: ‘A questo punto o me ne vado o non lo faccio più’. E questo non si può assolutamente rischiare”.
“Procuratori nel calcio? C’è una legge dello stato che demanda al Coni l’onere e l’onore di individuare le dinamiche per l’iscrizione e l’omologazione di questa figura. Questo vale da due anni a questa parte. I criteri sono molto selettivi: negli ultimi 24 mesi meno del 10% dei candidati è riuscito ad ottenere l’abilitazione per diventare procuratore. Detto questo, fino a quando ci sarà una contrapposizione tra il proprietario e i procuratori, alla fine ci saranno sempre feriti sul campo. Questa azione va regolamentata, pur rispettando la professione. Se invece loro (i procuratori, ndr) ritengono che non ci voglia un limite, credo che questo porti a un qualcosa di drastico che non sarebbe neanche nell’interesse della stessa categoria”.
“Telefonata con Commisso? È sempre molto affettuoso, con Barone e Pradè c’è amicizia importante. Quando all’inizio di qualche anno fa mi chiesero cosa ne pensavo di proprietà non italiane ho sempre detto che qualsiasi tifoso vorrebbe avere come proprietario la persona che ti abita di fronte al pianerottolo; fatta questa premessa bisogna però andare nella vita reale, e qui ti rendi conto che bisogna essere riconoscenti con persone che vengono con l’idea di essere un mecenate moderno come Rocco Commisso”.
Di
Redazione LaViola.it