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M. Cioffi: “Gabriele al Franchi? Sarà emozionante. Beto? In alcuni aspetti rivedo Vlahovic”
Le dichiarazioni dell’ex allenatore delle giovanili viola in vista della gara contro i bianconeri
Matteo Cioffi, fratello di Gabriele attuale allenatore dell’Udinese, ha parlato a Lady Radio in vista della gara contro i bianconeri:
“Siamo nati in Piazza Beccaria, poi ci siamo trasferiti in zona Bellariva. Non siamo mai stati tifosi sfegatati della Fiorentina, ma essendo innamorati della nostra città di conseguenza la Fiorentina è la squadra che la rappresenta. Nostro nonno era tifoso della Fiorentina e ce l’ha un po’ attaccata questa cosa qua: lavorava all’Ataf e tra un turno e l’altro andava in maratona a vedere la partita, ce lo raccontava e sono i ricordi che ci portiamo dietro”.
PRIMA PARTITA AL FRANCHI. “Ci innamorammo di Giancarlo Antognoni. Nostro padre ci portò a vedere l’amichevole col Losanna e Antognoni giocò un tempo: fu un giorno di grande festa. Ogni tanto quando lo incontro a Coverciano mi fa sempre effetto vederlo perché rientra nel mito per tanti fiorentini”.
GABRIELE. “Credo sia più un’emozione nostra dall’esterno. Vederlo entrare dalla porta principale per me, per i figli e i parenti, forse farà un po’ effetto, poi ci sarà la partita”.
GIOVANI. “Sono stato fortunato perché ho dato il mio contributo a tanti ragazzi che giovedì potrebbero essere in panchina, come Bianco, Frison, Sottil, Venuti. Non mi aspettavo di vedere Mancini e Zaniolo alla Roma, ci sono tanti ragazzi che a 17 anni difficilmente diresti che sarebbero arrivati in certi contesti. E’ una bella soddisfazione. Mi farà anche effetto: di solito faccio il tifo per loro, stavolta dovrò fare il tifo per Gabriele, per il bianconero, chi l’avrebbe mai detto…”.
ITALIANO. “Con Gabriele ne parliamo spesso: Italiano è un allenatore molto preparato che ha fatto una grande gavetta. E’ stata una fortuna averlo a Firenze”.
BETO. “A inizio anno non pensavo potesse fare così bene, mentre secondo Gabriele vedendolo tutti i giorni era molto forte: sono quei giocatori con strapotere fisico e grande abnegazione, che nonostante siano disordinati spesso diventano imprevedibili. In tutte queste cose rivedo Vlahovic. Non ho avuto modo di allenare Vlahovic, ma ci incrociavamo spesso quando era in Primavera. Anche lui fu una grande intuizione di Corvino. Quando lo vedevi allenare difficilmente avresti detto che sarebbe diventato un attaccante così, tra i più forti in Italia, ma destinato per la mentalità che ha ad esserlo anche in Europa. I giocatori vanno conosciuti soprattutto anche per le caratteristiche mentali e caratteriali. Penso che Beto possa fare una grande carriera”.