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L’ossessione del centravanti: Jovic o Cabral? Il talento chic e l’operaio, insieme solo 130′

Cabral e Jovic

Jovic è più raffinato, fa fatica nel gioco della Fiorentina. Cabral è più ‘da battaglia’, naviga nelle situazioni ‘sporche’

Su La Nazione si parla dei due centravanti viola. Luka Jovic è un contenitore evidente di sensibilità calcistica, si percepisce da come tratta la palla, mostrando attitudini elevate anche nella lettura del gioco: spesso troppo complesse, queste attitudini, anche per i compagni. Indiscutibile il talento e grazie a questo Luka è traslocato giovanissimo al Real Madrid. Il problema non è l’atteggiamento quasi ‘disinteressato’ in campo, sono proprio le caratteristiche del giocatore che si discostano dalla funzionalità richiesta in un sistema di gioco che gli recapita pochi palloni sfruttabili nel modo giusto. Jovic non ama lavorare nelle situazioni sporche, preferisce la pulizia. Scambi di prima, possibilmente.

Arthur Cabral ispira simpatia. E’ questa la sua forza e se vogliamo anche il suo limite: un attaccante dovrebbe ispirare timore, soprattutto in chi lo marca, ma è evidente che il centravanti brasiliano sia prima di tutto un bravissimo ragazzo. Mai un gesto sbagliato, una smorfia, una mancata esultanza per il gol del «rivale: Arturone è sempre rimasto nel suo, aspettando l’occasione giusta. Al contrario di Jovic, lui è uno che si tuffa nel «lavoro sporco», si fionda nelle mischie, cerca gol impossibili e anche improbabili, è un operaio specializzato della fatica. Il dubbio è: sarebbe più funzionale lui del talentuoso Luka all’interno di questo 4-3-3 così disordinato, in cui le palle vanno cercate e soprattutto sbarbate?

TANDEM. Insieme, Jovic e Cabral, hanno giocato 130 minuti (spalmati in 5 gare), durante i quali solo il serbo è riuscito a segnare (contro l’Inter).

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