C’era chi parlava di ‘scansarsi‘, di una Fiorentina che non aveva niente da giocarsi, di un Napoli che sarebbe venuto a passeggiare a Firenze. Invece a tre giornate dalla fine la squadra di Pioli resta in corsa per l’Europa, dopo aver dato tutto sul campo, onorato la maglia, i suoi tifosi e un Capitano dal cuore grande che protegge i suoi compagni da lassù. E in tutto questo il Napoli, arrivato al gran completo dopo la vittoria e la sbronza dello Stadium, si ritrova praticamente a dire addio ai sogni scudetto.
Dinamiche e ‘scherzi‘ del calcio, di un ‘giochino‘ in cui quando per tutti parti già battuto magari puoi fare uno ‘sgambetto‘ inaspettato. Specie se alle tue spalle hai una città come Firenze, storicamente mai troppo felice di fare da comparsa o mettersi di lato. E i ragazzi di Pioli questo l’hanno capito: in campo ci mettono tutto, vanno oltre i propri limiti anche per loro, per quei tifosi che nonostante tutto hanno prima dato fiducia a questa squadra, poi l’hanno coccolata e rincuorata con amore nei momenti più difficili, fino a riservarle un’accoglienza speciale dopo il 2-0 di Roma.
E domenica al Franchi, giocatori di nuovo ad esultare con il popolo viola, nel nome di Astori e di Firenze. Koulibaly dà, Koulibaly toglie, si potrebbe dire in chiave Napoli. Dal gol a Torino al rosso su Simeone. Così come qualcuno ha paragonato il sogno Scudetto infranto per gli azzurri al sogno trofeo della Fiorentina nella finale di Coppa Italia all’Olimpico nel 2014. Allora le speranze di migliaia di cuori viola furono stritolate da qualcosa di extra-calcio, stavolta nonostante tutto è stato comunque il campo a dare il suo risultato. Senza che la Fiorentina recitasse il ruolo di ‘comparsa‘.
Pioli e i suoi hanno vinto la battaglia su tutti i fronti, e allora via alla festa del Franchi e di Firenze. Con tanto di coloriti sfottò ai napoletani (emblematico l’ironico coro ‘Abbiamo un sogno nel cuore, Napoli torna campione’ intonato dalla Fiesole a fine partita). La parte del ‘Davide contro Golia’, del resto, è insita nella storia di Firenze, e poco importa se dall’altra parte c’era la Juve ad esultare. La Fiorentina è tornata a vincere al Franchi contro una big dopo un anno, primo successo interno di prestigio per Stefano Pioli.
“Dobbiamo finire bene il campionato. Sono sicuro che abbiamo fatto un ottimo lavoro. Uno degli obiettivi era quello di ricreare un ambiente positivo a Firenze, ci stiamo riuscendo soprattutto per quello che i giocatori danno sul campo“, ha detto il tecnico viola. Già, la missione di Pioli: far riavvicinare la gente (e anche la proprietà) alla squadra, riportare la passione tra i tifosi. Un obiettivo complicatissimo se si pensa all’estate scorsa, diventato reale grazie ad un modo di fare calcio semplice, concreto e basato sui valori della maglia. Con giocatori che in campo danno tutto, al di là delle difficoltà e di valori tecnici che magari a volte sono inferiori agli avversari. E poi, inevitabilmente, con un’anima buona che da lassù ha unito tutti. Quel Davide Astori che al 13′ di ogni partita commuove tutti, una memoria che resta indelebile nel cuore di giocatori e tifosi. Ricordi e insegnamenti che danno una spinta forte al lavoro quotidiano del gruppo.
Una Fiorentina unita, che ha superato un altro grande scoglio (dopo una settimana con un solo punto in tre gare, dove tutto sembrava perduto) e che resta ancora aggrappata alla corsa europea. Eccola, l’altra missione di Pioli. Creare le fondamenta di una Fiorentina da Europa, uno zoccolo duro che potrà tornare a lottare per i primi posti in Italia. Passo dopo passo la Fiorentina è sempre lì, con 27 punti fatti nel girone di ritorno (5 in più dell’andata), 2 in più dell’Inter e solo 3 in meno di Roma e Lazio. I viola restano a -4 dall’Atalanta (che domenica sfiderà all’Olimpico la Lazio) e a -3 dal Milan, con rossoneri e nerazzurri che si incontreranno alla penultima giornata a Bergamo. La Samp, invece, ancora a pari punti con i viola, dovrà ospitare il Napoli. In attesa, poi, di un Milan-Fiorentina che il 20 maggio potrebbe decidere tutto. Finale di Coppa Italia (Juve-Milan, il 9 maggio) permettendo.
Di
Marco Pecorini