Dall’essere il più amato dalla tifoseria viola al venire messo in discussione per la prossima stagione. Lo strano caso di Borja Valero: vero e proprio simbolo del ciclo iniziato da Montella e proseguito con Sousa improntato su bel gioco e possesso palla, adesso sono in molti a domandarsi se lo spagnolo possa essere davvero una delle pedine indispensabili della Fiorentina che verrà.
Le ragioni di queste giustificate perplessità nascono ben lontane dal mettere in dubbio il Borja Valero uomo: l’amore per Firenze e l’attaccamento a valori lontani dal mondo del calcio contemporaneo come la semplicità rendono lo spagnolo uno dei giocatori più amati delle ultime Fiorentine, se non uno dei più apprezzati di sempre. Il problema sta nel rendimento sul rettangolo verde del todocampista, vistosamente in calo rispetto alla passata stagione.
Proprio rapportandosi al campionato scorso cade una delle principali attenuanti che spesso viene attribuita a Broja: la posizione in campo. Il modulo presentato da Sousa in questo campionato è pressoché lo stesso del 2015-2016, così come sono identiche le posizioni ricoperte dallo spagnolo: mediano e trequartista. È il rendimento medio di Valero, in entrambi i ruoli, ad essere calato. Due reti e quattro soli assist sinora in stagione, esattamente gli stessi numeri di quella che era stata fino ad oggi la sua peggiore annata in maglia viola (cioè il campionato 2014-2015, l’ultimo con Montella in panchina).
Attenzione: non stiamo parlando di un giocatore che ha dimenticato come si tratta il pallone, né di un considerevole numero di prestazioni gravemente insufficienti. Tuttavia lo spagnolo non sembra più in grado di comandare il gioco come un tempo. Si nota la mancanza, cioè, di quella sua innata abilità di sembrare onnipresente in mezzo al campo, giocando un numero di palloni considerevoli e servendo passaggi decisivi ai compagni. In questo campionato il madrileno è scomparso dalla manovra viola in alcune fasi della partita, cosa che non gli era mai accaduta con tale frequenza, oltre ad aver sbagliato qualche passaggio di troppo (nonostante la media precisione passaggi stagionale, 89%, sia pressoché la stessa di tutte le altre stagioni a Firenze).
Sicuramente un calo fisico c’è stato, probabilmente legato anche alla sua carta d’identità (Borja ha da poco compiuto 32 anni). Se così fosse, dovremmo considerarlo un giocatore sulla via del tramonto? Ma anche ammettendo che il suo calo sia definitivo, siamo sicuri che la Fiorentina della prossima stagione possa fare a meno di un Borja sì meno brillante ma pur sempre giocatore dalle immense qualità tecniche? Molto dipenderà dal prossimo allenatore che si siederà sulla panchina della Fiorentina, in parte avranno un peso i compagni di reparto che lo affiancherebbero ed il modulo scelto. Ad un Borja più “anziano” forse gioverebbe giocare mezzala di un centrocampo a tre, con compiti minori di copertura rispetto ad un mediano e senza chiedergli quella velocità di pensiero e di gambe che serve ad un trequartista.
Insomma, la questione è delicata, ed è resa ancor più complessa dal rapporto che lega Firenze e lo spagnolo. Dopo aver perso un altro beniamino come Gonzalo, veder partire anche Borja Valero sarebbe un colpo durissimo per gran parte dei tifosi, che segnerebbe un ulteriore allontanamento tra tifo e società. Inoltre, se lo spagnolo venisse chiuso da nuovi innesti a centrocampo, siamo certi che rimarrebbe alla Fiorentina senza avere un posto da titolare garantito? Interrogativi ai quali è difficile dare una risposta. Spetterà alle parti in causa ponderare attentamente la situazione, comprese le conseguenze che potrebbero ricadere sulla squadra e sull’ambiente viola.
Di
Marco Zanini