Uno scatto da quasi 33 km/h certificato dai dati della Lega. Così il classe 2004 ha bagnato il suo esordio da sogno a Marassi
Non ci ha dormito letteralmente per tutta la notte, Michael Kayode. Difficile del resto scaricare in poche ore la tensione di un esordio in Serie A destinato, forse, a entrare nella storia. Un po’ come quello di Federico Chiesa all’Allianz Stadium contro la Juventus, alla prima giornata del campionato 2016/17. Il nuovo golden boy di Italiano, in fondo, è un ragazzo che ama le cose semplici. È umile, non ha grilli per la testa (e non è forse un caso che dopo la super partita di sabato abbia scelto di non concedersi nemmeno una cena con gli amici per celebrare la prima partita tra i professionisti) e sa bene che nonostante la valanga di complimenti ricevuti dopo la notte di Genova – primi tra tutti quelli di Rocco Commisso, che a fine gara si è precipitato negli spogliatoi per abbracciarlo – la strada verso il successo è ancora lunga. Così scrive Il Corriere dello Sport – Stadio.
PASSO INDIETRO. Un po’ come quando, con la maglia del Gozzano, Mike decise di mettere da parte alcune amarezze (tra cui lo svincolo dalla Juventus dopo sette anni di settore giovanile) e optò con coraggio di ripartire dai dilettanti. Sudando sul campo per un posto da titolare con gente molto più grande di lui che ogni domenica lottava per portare a casa la pagnotta. È stato allora, nel 2020, che il Frecciarossa nato a Borgomanero (ma di origini nigeriane) ha iniziato la sua seconda – giovanissima – vita calcistica. Facendosi notare come uno dei migliori terzini della D e rubando l’occhio della Fiorentina, impegnata da sempre nelle attività di scouting.
L’ASCESA. Il resto, poi, è storia recente: due annate da protagonista nella Primavera viola sotto la guida di Aquilani (che già gli erano valse offerte dalla Germania da parte di Schalke 04 e Borussia Moenchengladbach), l’affermazione in Under-19 con Bollini (dove solo un mese fa con un colpo di testa ha deciso la finale dell’Europeo) e – dopo nemmeno un giorno di vacanza – l’approdo in pianta stabile in prima squadra a Firenze dove Mike – sfruttando le precarie condizioni di Pierozzi – è stato abile a guadagnarsi la fiducia di Italiano che lo ha premiato con l’esordio in A alla prima opportunità. Il risultato? Una prova da incorniciare: nove recuperi palla, una velocità massimale raggiunta durante gli sprint di 32,8 km/h (consideriamo che il record del mondo di Usain Bolt, 9”58 stabilito a Berlino comporta una media oraria di 37,57 Km/h) e una confidenza col pallone da veterano.
Di
Redazione LaViola.it