L’analisi de La Nazione, in edicola questa mattina, a firma di Angelo Giorgetti. La Fiorentina è chiamata a rialzarsi con le proprie forze
Più preoccupanti della sconfitta, gli sguardi dei giocatori. Vuoti, smarriti, vaghi. E in campo, troppa gente che sembra consapevole di appartenere a una non-squadra: e come ci si salva, se il gruppo non ha forza, né stima di se stesso, anzi sparisce quando l’avversario fa tre sostituzioni e si assesta? E come si può pretendere che la Fiorentina affronti da squadra il momento più difficile della stagione, se i problemi nascono da lontano, lontanissimo, e mai nessuno è riuscito evidentemente a risolverli? Un giorno tutto questo andrà affrontato, possibilmente con grandissimo esercizio di modestia e trasparenza: perché sbagliare è umano, non rendersi conto di aver commesso degli errori non è più scusabile.
In un momento del genere, quando è difficile trovare una logica e perfino i cambi incomprensibili di Iachini diventano un dettaglio, l’unica soluzione è fare mucchio: di solito questa è l’ultima speranza per trovare solidità, anche se ormai ci si chiede quanto i giocatori siano fieri di appartenere a questa Fiorentina, ne abbiano apprezzato la gestione, o siano riusciti a isolarsi dalle numerose e conflittuali prese di posizione del club nelle ultime due stagioni. Di sicuro lo sguardo atterrito del capitano Pezzella – che dello spogliatoio dovrebbe essere il garante – è la spia di una situazione mentale molto preoccupante.
Il calcio – diceva un grande dirigente del passato – è la più seria delle cose stupide: più precisamente bisogna saperla fare. E il dubbio che la Fiorentina sia una fabbrica di calcio alle primissime armi esiste e non da ora, ma è ora che la squadra deve salvarsi, è ora che il club deve aggiungere le proprie risorse per rimediare agli errori del passato. Perché evidentemente ne sono stati commessi, e tanti. Ha le forze per riuscirci? La situazione è seria e più preoccupante della sconfitta – torniamo all’inizio – è il silenzio del club che troppo tardi si è reso conto di come le parole abbiano un senso compiuto e attendibile dopo aver ottenuto i risultati. Ma ora non servono promesse, ma soluzioni. (…)
Di
Redazione LaViola.it