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Lo sfogo di Lippi: “Tavecchio ha cattiva memoria, su Ventura e una legge che firmò lui stesso”

Lippi

Marcello Lippi mette i puntini sulle ‘i’, dopo che Tavecchio ha parlato ieri di Ventura scelto proprio da Lippi. “Di una cosa sono sicuro: il presidente Tavecchio non deve avere buona memoria”, ha detto Lippi al Corriere dello Sport. “La ricostruzione di Giovanni (Malagò, ndr) da Fazio è stata corretta. A quella cena a casa sua, parlammo prima di tutto del mio ruolo: Tavecchio mi offrì la supervisione delle nazionali, dalla Under 21 in giù. “Sai, è meglio, ci sono meno responsabilità…”. Risposi che il ruolo di Dt doveva essere ampio e comprendere anche la Nazionale. E ci accordammo su questo. La rosa dei nomi era di tre persone, le sole con cui io ho poi parlato: Montella, Gasperini e Ventura. Di Gian Piero sottolineai come fossimo legati dai tempi comuni alla Samp, che poteva per me avere il profilo giusto. Quando poi andai in Federazione, più avanti, per la scelta finale, quando Tavecchio mi chiese: «Allora, chi prendiamo?» io gli risposi: «Presidente, non tocca a me scegliere. Io le ho illustrato il quadro di ognuno». «Allora penso sia Ventura l’uomo con l’esperienza che fa per noi». Una scelta, aggiungo adesso, in quel momento la più logica, e infatti non ricordo critiche, in quei giorni: Ventura andava bene a tutti…

Per questo dico che Tavecchio ha cattiva memoria. Anche per un’altra dimenticanza: tornando alla famosa cena a casa Malagò bastava che il presidente si ricordasse che l’anno prima, dico un anno non dieci, aveva firmato una norma che impediva il mio ingaggio con un figlio procuratore. “Mister, c’è un problema, c’è una legge che ho firmato…”. Ecco, si fosse ricordato questo particolare avremmo evitare tante cose… Invece, discutemmo anche del mio ingaggio: 800 mila euro. Me li voleva dare lordi, e io gli dissi che nel calcio i denari sono sempre netti. Così firmammo un precontratto, io continuai a lavorare. Poi, il giorno prima del mio annuncio, venne fuori quel che è venuto fuori. Ecco come sono andate le cose.

Che fare adesso? Il nuovo ct è l’ultimo dei problemi. Ancelotti sarebbe il massimo, come andrebbero bene anche altre figure. I nomi che circolano sono validi. Ma Figc adesso significa Federazione Italiana Gestione Conti. Servono uomini di calcio, per rilanciare il movimento e per far sì che un ct non resti un uomo solo”.

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