Le parole del tecnico viola: “Mi sento Firenze dentro, voglio sfidare i migliori. Fino all’Inghilterra voglio valutare tutti i giocatori”
Parla così mister Pioli: “Non ho mai visto centri sportivi così belli e strutturati, ci sono tutte le condizioni per fare un bellissimo lavoro. Sono pronto. Ho visto giocatori pronti per mettere in campo volontà, determinazione per diventare i migliori positivi”.
PERCHÉ FIRENZE. “Perché me la sento dentro, alla prima chiamata che mi hanno fatto ho sentito qualcosa di particolare. Un’emozione positiva. A Firenze sono legato da tutti i punti di vista, alla Fiorentina. Ho sentito che era la cosa giusta da fare. Io vivo molto delle mie sensazioni e delle mie emozioni, non ho avuto nessun dubbio. Per il modo di giocare nella mia testa c’è di mettere più giocatori possibili di qualità. Ma la qualità da sola non ti fa vincere la partita, serve intensità. Ne abbiamo di qualità, saranno importanti queste settimane. Dopo le tre amichevoli che faremo in Inghilterra avrò le idee più chiare sulla squadra. Ma ho visto delle bellissime cose in questi giorni, bellissimi comportamenti. Entusiasmo. Una base da cui partire”.
OBIETTIVI. “Conosco i giocatori, ho visto gran parte delle partite. Ma i giocatori vanno conosciuti poi direttamente, anche a livello caratteriale. Ho promesso ai giocatori che avremo uno stile di gioco molto chiaro. Partiamo da una base solida su cui lavorare. Nelle partite ci accorgeremo di quello che può mancare. Obiettivo? Puntare al massimo. Vogliamo alzare il livello, non so a quale livello potremo arrivare. Ma l’obiettivo è alzare il tasso tecnico della squadra, il tasso fisico, il tasso di energia per essere competitivi. Vogliamo essere competitivi in tutte e tre le competizioni”.
KEAN. “Con Moise ho parlato in questo periodo, non so quanto posso aver inciso. So che lui si trova molto bene a Firenze, è grato al club che lo ha sostenuto in momenti importanti. L’ho visto soddisfatto e carico in questi giorni, siamo contenti”.
TORNARE IN CHAMPIONS E A VINCERE. “Anche la lunghezza del mio contratto va in questa direzione. In questi 3 anni vogliamo provare ad alzare il livello, provare a tornare in Champions, a vincere un trofeo. Sappiamo quanto sarà difficile, i ragazzi lo sanno. Ma vince la domenica chi si prepara meglio. Abbiamo tutto per lavorare bene, sappiamo di avere una città che non vede l’ora di poter sostenere una squadra che gioca con entusiasmo, passione, qualità, vincere cercando di giocare un calcio propositivo. Andiamo in quella direzione lì. Ho voglia di sfide, avrei fatto sennò scelte diverse. Più comode. Ma non era quello che volevo in questo momento”.
TATTICA. “Non bisogna più parlare di sistemi di gioco, una squadra deve attaccare e difendere tutta insieme. Difesa a 3 o a 4 sono solo numeri, le dinamiche sono fluide. Ci sono sempre spazi da occupare o attaccare. Per le caratteristiche dei centrocampisti devo capire bene cosa abbiamo a disposizione, poi interverremo”.
KEAN, DZEKO E GUD INSIEME. “Assolutamente sì. Nella mia idea e nella mia convinzione questa squadra ha le caratteristiche per essere imprevedibile e variabile soprattutto davanti. L’idea di farli giocare insieme c’è, assolutamente. Dipende dalla loro disponibilità, di saper lavorare con e per la squadra. Ma più giocatori di qualità abbiamo più possibilità abbiamo di vincere. Vuol dire però anche tenere di più il pallone. Io sono arrivato con grande energia, entusiasmo. E la cosa bella è che i miei giocatori hanno le stesse mie ambizioni ed emozioni. Possiamo fare un ottimo lavoro”.
GUD E FAZZINI. “L’errore è focalizzarsi su un ruolo e su una posizione. Gudmundsson è un giocatore di qualità, intelligente, sa prendere la posizione giusta per dare soluzioni. Poi ha qualità per determinare. Se un giocatore è anarchico perché dà soluzioni alla squadra va benissimo. È un giocatore forte. Le stesse caratteristiche le ha Fazzini. Se poi sono mezzali o trequartisti non cambia. L’importante è avere giocatori mentalmente disponibili a lavorare con la squadra. Più siamo imprevedibili più possiamo far male agli avversari. Davanti abbiamo tante qualità, ma siamo ancora all’inizio. Ho bisogno ancora di qualche tappa per capire meglio. Loro dovranno capire me. Ma ci sono qualità, tanto spessore umano che può fare la differenza. Affrontiamo questo periodo con molta fiducia ed energia, poi valuteremo quello che ci sarà da fare”.
PRIMA CHIAMATA. “Non ricordo la data esatta del primo incontro telefonico, è bastata una chiamata con Ferrari, Pradè e Goretti per scegliere questa possibilità. È stato un mese un po’ di ansia, ma molto positivo perché sapevo che la mia volontà era quella”.
DZEKO COME IBRA. “A Dzeko ho detto che al primo anno del Milan di Ibrahimovic non c’erano ancora certezze sul rinnovo di Zlatan. Ma non se ne poteva fare a meno. È una persona di alto profilo e alto spessore, è un giocatore molto importante nella nostra squadra”.
CON COMMISSO. “Il presidente è completamente d’accordo con me. Ci siamo sentiti più volte, gli ho detto che ha investito tanto su di me, con un contratto lungo, ma io ho investito tanto sulla Fiorentina. Voglio che la Fiorentina cresca, dia soddisfazioni a noi e ai tifosi. L’obiettivo è di continuare a salire, migliorare, ottenere quei risultati non arrivati in passato. È molto motivato, una persona molto diretta e motivata, con cuore. Il rapporto è partito nella direzione giusta, le motivazioni sono le stesse. Mie, del club, dei dirigenti. Andiamo in quella direzione lì, voler migliorare. Ci auguriamo di farlo da subito, ma ci siamo presi del tempo necessario per riuscirci”.
ARABIA E ITALIA. “È stata un’esperienza, con cose positive, per aver conosciuto un’altra cultura, un altro modo di vivere. Nell’approcciarsi alla vita di tutti i giorni e professionale. Ma ho sentito dentro di me la volontà di avere sfide che possano dare più emozioni, che mi diano più soddisfazioni, stress, preoccupazioni. So benissimo che ora le cose sono tutte belle ma dal 21 agosto saremo giudicati per i risultati. Il campionato italiano in Arabia è seguitissimo, ma volevo tornare. Ho voluto questa sfida. A parte Spalletti e Simone Inzaghi, ci sono i migliori allenatori. Conte, Allegri, Gasperini, Italiano, Sarri. Pensavo che di dovevo stare anch’io. Se c’è una squadra e una città che mi può regalare un’emozione, e a cui voglio regalare un’emozione, è la Fiorentina e Firenze. Aspettavo solo una loro chiamata e sono stati bravi a farla nel momento giusto. Non mi sono mai sentito così preparato. Mi sono sempre sentito capace di guidare una squadra, ma le esperienze fatte mi hanno permesso di essere un’altra persona e un altro allenatore. Mi sento pronto e motivato. So che non sarà facile, ma sarà bella ed emozionante”.
DODO. “Ho parlato con tutti i giocatori prima di arrivare qui. Dodo l’ho trovato benissimo, è simpaticissimo e molto forte. Ci contiamo in modo assoluto. L’ho visto molto dentro al gruppo, ci può dare tanto. Lo vorrei ancora più efficace in fase offensiva. Mi ripete sempre che l’hanno scorso ha fatto 7-8 assist, ma io gli dico che ha fatto pochi gol. Mi è sempre piaciuto anche da avversario, uno dei pochi che poteva reggere la gamba di Leao, mettendolo in difficoltà”.
ARRIVI ITALIANI. “Tutte le scelte che sono state fatte e che faremo sono condivise. Credo ci sia bisogno di una base di giocatori italiani, conoscono le abitudini del calcio italiano e sono di aiuto ai giocatori non italiani. Ma il nostro obiettivo è di migliorare la squadra, non abbiamo preso Fazzini e Viti perché sono italiani e sono tifosi della Fiorentina. Ma perché possono fare uno step in più, e ci possono permettere di migliorare. Arriveranno giocatori funzionali, forti che alzeranno il livello della squadra. Sottil? Tutte le valutazioni sono rimandate. Ho detto alla società che fino al ritorno dalla tournée in Inghilterra mi prendo il tempo per fare le mie valutazioni, poi faremo gli interventi di cui abbiamo bisogno”.
CAPITANO. “Ho parlato con Ranieri lunedì, gli ho chiesto se si sente di avere un peso così importante da poter reggere. Perché il mio capitano era di un livello troppo alto. Io lo conoscevo già, era un ragazzo allora. Non sapevo se la fascia di capitano gli poteva pesare, ma l’ho visto cresciuto e motivato. Sarà un ottimo capitano per la squadra”.
TIFOSI. “E’ facile e difficile parlare della Fiesole. In questo momento fare promesse non mi sembra il caso, sicuramente prometto che daremo il massimo ogni giorno per far sì che questa stagione sia la migliore possibile. So come lavoro e come lavorano questi ragazzi, so che il club ci sosterrà. Nella mia esperienza da allenatore ho avuto modo di conoscere meglio i ragazzi della curva, dopo un Fiorentina-Verona in cui giocammo malissimo c’era la partita con la Juventus. Ci allenammo allo stadio, all’improvviso sono arrivati 10 tifosi della Fiesole. Ho detto ‘Porca miseria, che succede ora’. Non ho mai sentito un discorso così sensato, deciso, forte ma non cattivo. So che i nostri tifosi sono puri, hanno una passione incredibile. Non esiste Fiorentina senza fiorentini, senza Fiesole. Non voglio entrare in ciò che è successo in passato. Ma so benissimo che un ambiente unito, compatto e positivo ti fa giocare con tanta energia. A volte può capitare non giocare bene, ma giocheremo sempre con energia. Speriamo di meritare il loro sostegno, soffriremo insieme ma spero che insieme avremo anche tanti successi”.
BELTRAN. “Cercavamo un attaccante anni fa, mi ricordo che mi era piaciuto ciò che avevo visto. Un giocatore che lavora tanto per la squadra, ha aggressività. Mi piace come giocatore, piace ai compagni. Dobbiamo fare valutazioni. Credo sia giusto conoscere tutti. Credo che al 65/70% la squadra è già a un buon livello. Vediamo che segnali avrò, se bocceremo un giocatore non è perché magari non è bravo, ma perché le caratteristiche non si sposano con la squadra”.
CONFERENCE. “La Conference è una competizione impegnativa, ci teniamo tanto. Al netto del preliminare, tutta la preparazione è orientata a cominciare bene soprattutto nel preliminare e nelle prime due trasferte di campionato. Una volta passati i preliminari la Fiorentina deve avere l’ambizione di arrivare fino in fondo, nel modo più assoluto. Ma i preliminari saranno due gare impegnative, affronteremo squadre più avanti di noi che avranno già giocato 2-3-4 partite. Ma l’obiettivo è farci trovare pronti per i preliminari, per le trasferte di Cagliari e Torino. Vogliamo far divertire l’ambiente, dipende da noi. Ci dobbiamo preparare bene”.
AMBIZIONI. “Le critiche ci saranno ancora, normale che sia così. Sui cambi, su qualche pareggio… Ma sono 25 anni che alleno, ad ottobre farò 60 anni. Mi sento ancora giovane dentro, ho ancora voglia di migliorare sempre, documentarmi. Ma sono cresciuto, cercherò di mettere in campo le mie idee. Sento di poter dare tanto alla squadra, darò tutto ma voglio tutto. I giocatori lo sanno. Metto entusiasmo, energia, idee, tutto quello che ho. Ma loro mi devono dare tutto. Non mi piace il giocatore che arriva al Viola Park senza entusiasmo, disponibilità, il sorriso. La volontà di condividere il percorso. Sceglierò i giocatori per le qualità tecniche e tattiche, ma che a livello di motivazioni saranno pari alle mie. Sono fiducioso in questi giorni, perché ho visto ce ne sono tanti, tante persone di spessore, che vogliono ottenere il massimo e hanno ambizioni. Soprattutto i giocatori che sono già ad un alto livello e potrebbero averne meno, De Gea, Gosens, Mandragora… ce ne sono tanti”.
IL PENSIERO DI ASTORI. “Chiaro che Davide ha inciso tanto non in questa scelta, ma nella mia vita professionale e non. Lo sento Davide, non ho mai smesso di sentirlo. C’è sempre”.
SFIDA… E ALLEGRI. “Io sono venuto qui per lanciare guanti di sfida. Ma non sarà Pioli contro Conte, Allegri o gli altri. Sarà Fiorentina conto le altre. Certo che è una sfida, dobbiamo avere quel fuoco dentro. Io potevo stare tranquillamente dov’ero, continuare ad essere tra i 10 allenatori più pagati al mondo. La Fiorentina dovrà dimostrare, io dovrò dimostrare. Non conta quello che ho fatto al Milan e se ho vinto uno scudetto. Se io voglio dimostrare di essere al livello degli altri lo devo dimostrare. Se la Fiorentina vuole tornare tra i top, lo deve dimostrare. Ho visto che Allegri non ci ha messo tra le candidate per la Champions, l’ho già scritto sulle lavagne… vediamo”.
CENTENARIO. “Sappiamo di questo traguardo prestigioso. A me piace tanto sognare, devono farlo anche i nostri giocatori. Si sogna di notte, si lavora di giorno per raggiungere i sogni. Inutile sbandierarli ai venti, ma ci sarà da lavorare per esaudirli”.
PORTIERI. “De Gea è un gran portiere, pensavo fosse meno forte nella gestione della palla invece è fortissimo. Avere un portiere che sa fare la scelta giusta è importante. Anche Martinelli ha queste caratteristiche, vedremo gli impegni che avremo. Avere tre partite alla settimana è diverso, bisognerà pesare le scelte, abbassare i rischi di infortunio. Cose che con lo staff svilupperemo al meglio”.
SQUADRE DI VERTICE. “Tanti scudetti con squadre diverse sono dovute alle difficoltà per le grandi squadre di lottare per più obiettivi. Chi ha puntato più da una parte ha pagato dall’altra, e viceversa. Chi ha vinto scudetti magari è uscito subito dalle coppe o non le ha fatte, o viceversa chi ha puntato sulle coppe. Il livello si è assottigliato davanti. Quando la Juve fece tutti quegli scudetti di fila c’era un gap importante, l’anno scorso con 5 punti in più arrivavi in Champions, con 5 in meno nono. Ci sono 7-8-9 squadre, pensando al Como, che si giocano i posti lassù. Ma la Fiorentina non deve guardare in casa degli altri. Bologna, Atalanta… bisogna essere convinti del nostro percorso, che bisogna crescere, investire per alzare il livello. Credo che ci sia lo spazio, ma con 2 punti in più sei più in alto e con 3 punti in meno fallisci la stagione. I dettagli fanno la differenza. Se i giocatori danno l’1% in più vinci la partita, se lo danno in meno perdi. E poi lì si dice che tutto non va bene. Dobbiamo farci il mazzo perché l’obiettivo è alzare il livello. Cercare di non subire le partite ma farle, giocare un calcio propositivo. Non si devono sacrificare perché andiamo a cena insieme, ma perché il gioco richiede che in campo ci si deve sacrificare. Se si perde un pallone si rincorre, sennò si perdono le partite”.
ALLENARE CR7. “E’ stato un onore poter allenare Cristiano. Non so se è stato il giocatore più forte della storia del calcio, ma non è solo un campione. È una leggenda. Non potete capire cosa c’è dentro e fuori dal personaggio di Cristiano. Ho avuto un ottimo rapporto perché non l’ho allenatore ma ho condiviso la sua gestione. Ha un’ossessione, quella di giocare e fare gol. Tutta la sua giornata è orientata a fare tutto per essere nella miglior condizione per la partita successiva. Se ha bisogno di far forza, fare con la squadra, fare tiri, andare a letto a un orario, mangiare qualcosa… Ha un’ossessione, ma è quello che ti spinge. Noi dobbiamo avere questa determinazione”.
COMUZZO. “E’ un giocatore forte. Certo che ci faccio affidamento. È giovane ma già con una struttura, con una personalità. Si giocherà il posto per essere titolare. Al di là delle competizioni che faremo, ho chiesto alla società di non avere tanti giocatori. Non fa bene avere tanti giocatori, ho parlato di motivazioni, entusiasmo, e non puoi avere 30 giocatori e averne 10 che stanno fuori quando facciamo l’11 vs 11. Preferisco avere difficoltà per qualche partita, far giocare i giovani, sennò diventa difficile trasmettere entusiasmo. Pochi giocatori, doppi ruoli, possibilmente allo stesso livello. Magari con caratteristiche diverse nello stesso ruolo. Ma voglio una squadra motivata. Pietro è un ragazzo serissimo, affidabile”.
RAPPORTO CON FIRENZE. “E’ un rapporto che si è creato nel tempo. Da calciatore la Fiorentina è stata la squadra dove sono stato di più, ho conosciuto tanti amici. Tornarci da allenatore ha contribuito a rinsaldare i rapporti. Io per fare bene ho bisogno di star bene. Qui mi sento di poter star bene. Poi so benissimo che è una città in cui si vive benissimo dal lunedì al sabato, e la domenica è tosta. Ma è il bello di Firenze. Tutti ti danno un consiglio, un rimprovero. Io voglio vivere queste responsabilità. Ho le spalle larghe, ci confronteremo. Ma voglio pensare ora solo positivo, il club in questi anni ha lavorato bene, ha costruito bene, ha investito. Vuole migliorare, e io voglio farlo con loro, i giocatori, i tifosi. Non c’è niente che non mi faccia pensare in positivo e non mi faccia avere fiducia”.
AGGIORNARSI. “Documentarsi è fondamentale, sennò diventi prevedibile. Luis Enrique, che conosco dai tempi della Roma, ha detto una cosa bellissima: “Siamo prevedibili per noi e imprevedibili per gli altri”. Hanno raggiunto un livello di conoscenza tale… Il calcio d’inizio che ha fatto Luis Enrique io l’ho fatto 10 anni fa, ma non se n’è accorto nessuno perché io non ho vinto. Ma è giusto così. È stimolante affrontare i migliori allenatori in Italia. Conte ha cambiato il modo di difendere, ed è uno dei migliori al mondo. Devi sempre migliorare, mettere in difficoltà gli avversari. Dobbiamo avere principi e concetti di gioco chiari, ma le posizioni cambieranno perché cambieranno gli avversari. Gli avversari dove attaccare, come ti marcheranno. Devi insegnare ai giocatori a interpretare gli spazi dove si trovano di volta in volta”.
Di
Redazione LaViola.it