Due Daspo in arrivo, forse tre, dopo gli insulti e il quasi schiaffo a Spalletti al Franchi
«Vorrei tanto parlare e raccontare la mia versione dei fatti. Ma l’avvocato me lo ha sconsigliato. Almeno per il momento». E così l’unico commento rilasciato da Lorenzo Straccali, il tifoso della Fiorentina che ha tentato di schiaffeggiare il tecnico del Napoli Luciano Spalletti dopo la fine della partita di domenica sera al Franchi, è un semplice: «Che palle». Due parole comunque pronunciate in maniera pacata. Senza troppa enfasi. Il riferimento è al (naturale) clamore mediatico che ha assunto la vicenda. Anche perché da subito l’allenatore di Certaldo alla guida dei partenopei si è lamentato per le offese (soprattutto quelle indirizzate alla madre) ricevute a Firenze per tutta la serata. Scrive il Corriere Fiorentino.
Anche se chi conosce Straccali, 50enne di Scandicci, spiega il comportamento dell’amico come una «reazione» alla provocazione di Spalletti a un altro signore presente in tribuna, al quale avrebbe detto: «Ti aspetto fuori». Il tutto, per loro, si sarebbe quindi scatenato in risposta a questa presunta minaccia. Anche se niente giustifica il tentativo di mettergli le mani addosso.
È il motivo per cui per lui e per un altro tifoso viola, in questo caso un 70enne residente in provincia di Firenze (che contro Spalletti ha lanciato una bottiglietta d’acqua e per questo verrà denunciato anche per lancio di oggetti), sono attesi due lunghi Daspo. Che potrebbero arrivare già oggi. Identificato poi dalla Digos anche un terzo tifoso, napoletano, anche lui verrà colpito da Daspo. Sorpreso all’uscita dello stadio con un fumogeno e un coltellino.
L’altra cosa di cui Lorenzo Straccali si è stufato (tornando al «che palle») sono le centinaia di offese che gli sono arrivate sui profili social. Tifosi del Napoli che volevano «difendere» il loro allenatore, e di altre squadre. Che l’hanno apostrofato in ogni modo. Anche sotto le foto della moglie o del figlio. Proprio in risposta a chi gli chiedeva «Che insegnamento gli dai?», l’uomo ha pronunciato (cioè scritto) la sua terza parola di tutta la vicenda: «Fottiti».
Poi a un certo punto ha disattivato i propri canali per essere lasciato in pace dagli odiatori del web.
Nel mentre i dirigenti dell’Audace Legnaia, la società di calcio fiorentina dove allenava (lo scorso anno i bambini di 11 anni), hanno iniziato a ricevere telefonate
«I genitori volevano rassicurazioni dopo che lo avevano riconosciuto dalle foto. Erano preoccupati di ritrovarlo» come insegnante dei propri figli. Fa sapere il presidente Silvano Baldassarri.
«Ho risposto la verità. Se fosse stato ancora con noi l’avrei cacciato, ma a giugno aveva scelto di cambiare e andare al Tau di Altopascio. Va punito per quello che ha fatto. Però posso assicurare che da noi si è sempre comportato al meglio. Non avremmo tollerato atteggiamenti sopra le righe». Ma anche da Altopascio rifiutano ogni accostamento: «Non ha mai fatto parte dello staff. Non è tesserato e non stava per sottoscrivere un accordo di collaborazione» chiariscono. Il presidente Antonello Semplicioni precisa che «è solo un amico di un nostro allenatore e lui ce lo aveva proposto. Fine, non lo conosco nemmeno».
Che sia la verità o un tentativo di scaricarlo per quanto successo poco cambia all’atto pratico, dal momento che dopo il Daspo non potrà allenare (si presume) per un po’. E a proposito di prendere le distanze. Anche l’Associazione italiana allenatori di calcio si è mossa: «Poiché da più parti leggiamo il nome del tifoso in questione accostato al ruolo di allenatore, teniamo a precisare che questa persona non è né un tecnico abilitato e iscritto all’albo, né un associato». Poi esprimono solidarietà per Spalletti.

Di
Redazione LaViola.it