Mercato bloccato, fatto di intrecci, rumors, giochi ad incastro e soprattutto soldi. Pochi, un po’ dappertutto. Tranne che in Inghilterra: laggiù, in Premier, i milioni si muovono, e cambiano gli equilibri. Tanto che il nome di Khouma Babacar legato ai club inglesi è tornato fortemente d’attualità. Le ‘solite’ voci e i ‘soliti’ dubbi per il senegalese: restare o andare via? Tentare di affermarsi in viola, ‘puntando’ anche allo svincolo tra un anno e mezzo, oppure provare a rilanciarsi nel ricco calcio d’Oltremanica? Fermo restando che, ad oggi, offerte concrete non ce ne sono.
Anche se le indiscrezioni corrono, e raccolgono in Premier gli apprezzamenti da parte di Brighton, West Bromwich, West Ham e soprattutto Crystal Palace, con la cifra di 15-17 milioni che sarebbe pronta per essere messa sul piatto. Niente di concreto e ufficiale, ma situazioni che fanno, ancora una volta, pensare. La Fiorentina, del resto, come avvenuto in estate non farebbe particolare muro di fronte ad un’offerta interessante, ma intanto Firenze si divide: giusto privarsi, adesso, di Babacar, uno capace di cambiare le partite quando entra, pur con i suoi limiti tecnici-caratteriali? Cinque gol e due rigori procurati in 522′ (una rete ogni 92′ in A), del resto, la dicono lunga.
Da un paio d’anni Baba vive ogni sessione di mercato in bilico, tra proposte più o meno concrete e voglia di onorare il contratto (da 1,4 milioni circa a stagione). Alla fine, però, è sempre rimasto. La Fiorentina sa che potrebbe essere l’ultima vera occasione per monetizzare, poi dall’estate ci si avvicinerà molto alla scadenza (giugno 2019). Che succederà, quindi? Di certo, in caso di partenza di Babacar, servirà un sostituto. In estate fu seguito a lungo Nestorovski (10 gol in 14 gare in B con il Palermo), così come Falcinelli (rilanciato da Iachini al Sassuolo, dopo mesi di difficoltà), mentre ultimamente qualcuno parlava di Emiliano Sala del Nantes, Ferreyra dello Shakhtar fino a Destro (un altro ‘sempreverde‘ del mercato, tipo Giaccherini o Cassano ai suoi tempi). Nomi e profili diversi, anche se in ogni caso il titolare resterebbe Simeone.
E in mezzo? Già, un bell’intrigo… specie perché alle porte c’è la sfida contro la Sampdoria. Dove sarà assente Jordan Veretout per squalifica. Al suo posto si candida Carlos Sanchez, anche se è sempre più in uscita da Firenze. Non proprio il massimo, insomma, anche se l’alternativa (improbabile) potrebbe chiamarsi Cristoforo, uno che ha messo insieme appena 48′ fin qui con Pioli. In stand by c’è poi Tomas Soucek, il profilo seguito per rimpiazzare Sanchez. Esce un mediano, ne entra un altro, ma il campo ‘chiama’ e costringe Pioli a far fronte alla situazione non proprio ideale. Si cambierà modulo, magari tornando al 4-2-3-1 di inizio stagione o al 3-5-1-1? Difficile. E complicato, in ogni caso, rinunciare al trio di centrocampo che ha rappresentato la vera certezza tattica di Pioli da ottobre in poi.
Per una sfida, la terza tra Sampdoria e Fiorentina in stagione, che oltre a rappresentare la ‘bella‘ tra le due contendenti avrà anche un’aria di derby. Tanti ex, tante storie incrociate. A partire da Emiliano Viviano, che tornerà a giocare contro la ‘sua’ Fiorentina dopo nove mesi (ha saltato i due incroci stagionali). Ricordando l’ultimo gol subito da Babacar al 90′, ma anche la paratona salva-risultato all’ultimo secondo sempre su Baba, con siparietto finale e qualche polemica dei tifosi doriani. E poi Quagliarella (‘vecchio’ ex, a segno ben 6 volte contro i viola), Capezzi (sarà in panchina) fino a Giovanni Simeone, che da ex genoano torna per la prima volta a Marassi. Ma anche Daniele Pradè e i tanti ‘quasi’ ex della partita: da Duvan Zapata a Ramirez, da Caprari a Strinic fino a Torreira, Praet e Linetty. Tanti giocatori seguiti negli ultimi anni dalla Fiorentina… molti di loro, però, ‘indirizzati’ verso Genova proprio da Pradè.
Di
Marco Pecorini