Obiettivo centrato, ma quanto patire. Il Franchi trascina, l’arbitro fa collezione di orrori. Italiano rischia ma alla fine esulta
Che potesse non essere proprio una formalità lo si era capito dopo 9 minuti, ma che il Franchi fosse costretto a vedere da vicino l’incubo di uscire dalla Conference, dopo il 4-1 in Polonia, era difficile da credere. E invece la Fiorentina rischia grosso, grossissimo in casa con il Lech Poznan. Vede il baratro ad un passo, con lo stadio immerso nella bolgia polacca divisa tra un settore ospiti gremito e folte presenze blu in tribuna. E’ il 69′, e ne passano 9, di minuti, prima che Sottil spazzi via l’ipotesi supplementari. Con Castrovilli che nel recupero insacca il raddoppio che chiude i giochi qualificazione.
SEMIFINALE. Già, la qualificazione. Quella ad una semifinale europea, otto anni dopo quella di Europa League contro il Siviglia. Ed è alla fine la nota migliore della difficile serata di Conference. La Fiorentina ospiterà al Franchi il Basilea giovedì 11 maggio, mentre farà tappa in Svizzera una settimana dopo, il 18. Italiano aveva ammonito la squadra dal rilassarsi, facendo rivedere anche il ritorno con il Braga. Eppure, dopo il 4-1 di Poznan, le cose si sono complicate anche stavolta. Due mesi fa, contro i portoghesi, ci pensò un guizzo di Mandragora a fine primo tempo a togliere le paure dopo il doppio vantaggio ospite (era finita 4-0 all’andata), stavolta due ragazzi, Sottil e Castrovilli, che hanno trovato gioia dopo mesi complicati. Per l’esterno è addirittura il primo gol stagionale, per il centrocampista il secondo dopo quello di Sivas.
REAZIONE. Altra cosa da tenere è la reazione. Perché davvero la Fiorentina ha rischiato di buttar via tutto. Però nel momento più difficile si è unita, ha stretto i denti, ha affondato i contrasti. E ha trovato la forza di uscirne. C’è tanto da rivedere in questa partita, dall’atteggiamento iniziale alle disattenzioni difensive (Venuti, Terzic passando per Igor e Barak, ma non solo), ma sicuramente la reazione è da portare a casa. Perché l’obiettivo è stato alla fine centrato. Sudato, sudatissimo. Ma centrato.
ERRORI E LO ZAMPINO DI OBRENOVIC. Nel mezzo tanti errori, in difesa così come in attacco (vero Jovic?), ma anche a centrocampo dove la gestione del pallone e della pressione non sempre è stata di buon livello. Errori però anche da parte dell’arbitro. Lo sloveno Obrenovic, che ricorda il ‘vecchio’ Ovrebo non solo nel nome (evidentemente), ha collezionato l’ennesima serata da dimenticare per gli arbitri di Conference. Il mancato rosso a Sobiech per gomitata su Milenkovic, soprattutto il mancato secondo giallo, solare, a Czerwinski, che ‘cintura’ Sottil in ripartenza e non viene ammonito e quindi espulso. Poi il rigore non dato su Gonzalez, quello dubbio concesso per fallo di Terzic dopo consulto al Var. Nel mezzo l’ammonizione quasi ‘scientifica’ a Milenkovic, che prende palla e un giallo che gli farà saltare la semifinale d’andata. Una direzione che ha innervosito, anche troppo, i giocatori della Fiorentina, che hanno iniziato a protestare fin dai primi minuti. Mentre nel finale lo sloveno ha iniziato a fischiare ogni contatto. Insomma, un’altra direzione parecchio discutibile in campo europeo, dopo la ‘topica’ di Bastien con il Braga con il gol tolto a Cabral e la Goal Line Technology sconfessata dalla visione umana al Var. E dopo il giallo a Biraghi diffidato, con il Sivasspor, mentre stava bevendo prima di un corner a fine gara (con i viola alla ricerca del raddoppio), mentre nella stessa partita ci volle il Var a cogliere un rosso solare di Gradel. Così come ci volle sempre la tecnologia a Braga per il rosso diretto a Tormena.
TOUR DE FORCE CON DEFEZIONI. Insomma, la speranza è che almeno nelle semifinali si alzi il livello anche sotto questo punto di vista. Poi ci vorrà anche la miglior Fiorentina, sia chiaro, perché con quella vista per 75′ stasera si potrà andare poco avanti. Con il ko si è anche interrotta la striscia di 14 risultati utili di fila, ma questa squadra ha senz’altro i margini per offrire prove di differenti caratura. L’ha dimostrato ampiamente. La doppia sfida con il Basilea cadrà tra le sfide di campionato contro Napoli (il 7 maggio fuori), Udinese (il 14 in casa) e Torino (il 21 fuori), mentre il 24 maggio è in programma l’eventuale finalissima di Coppa Italia. All’andata contro gli svizzeri non ci sarà Milenkovic, squalificato: al di là di come è arrivato il giallo, è stato un rischio inserirlo dall’inizio in una partita così, specie considerando il livello degli arbitri europei. Si spera che non sia niente di grave per Bonaventura, tra i più in forma dei viola: sarebbe dura fare a meno di lui per la fase decisiva di stagione. Mentre Italiano spera di recuperare in fretta Amrabat, Brekalo e Ikoné. Passata la paura c’è da pensare al campionato, dove i viola si ritrovano più lontani dall’Europa, dopo la sentenza che ha ridato, per ora, i 15 punti alla Juve. Il tour de force continua.
Di
Marco Pecorini