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L’impronta di Beppe in una Fiorentina da salvare, ma il cammino è ancora complicato. Sognando un futuro migliore (magari con Vlahovic)
Un punto che fa morale e (un po’) classifica, ma il terz’ultimo posto dista ora 3 punti. Scelte sul domani ancora rimandate, Dusan scala le classifiche dei gol: si può tenere solo con una squadra ambiziosa
Per fortuna il Torino ha frenato dopo 11 punti in 6 partite, vien da dire. Perché per una Fiorentina che contro la Juve ha aumentato la sua autostima e ha portato a casa il quarto punto in una settimana tra Sassuolo, Verona e bianconeri, ci sono rivali nella corsa salvezza che hanno ricominciato a correre. Su tutte il Cagliari (tre vittorie nelle ultime tre) e proprio i granata, squadre su cui i viola ‘facevano la corsa’ fino a qualche settimana fa. L’accelerata con Nicola e Semplici, però, ha ridotto le distanze: dal +8 di qualche turno fa al +3 che fa dormire sonni ben poco tranquilli.
A BOLOGNA COME CON LA JUVE. Così, a fronte di una prestazione che dà morale come quella contro la Juve, c’è una classifica ancora pericolante. E non poco. Insomma, la strada può essere quella giusta, ma bisogna continuare a percorrerla con determinazione assoluta. Per certi versi ‘facile’ fare la prestazione contro i bianconeri, mentre può essere più complicato (specie per questa altalenante Fiorentina) tenere la giusta tensione per esempio nel match di domenica a Bologna. Ma sarà proprio lì, al Dall’Ara, che la squadra di Iachini vivrà un altro snodo cruciale per la salvezza.
TURNO CHIAVE. Guai a giudicare ‘morbido’ come avversario il Bologna ferito di Mihajlovic (peraltro, con 38 punti, ancora non matematicamente salvo), ma è chiaro che la Fiorentina pur nella delicata trasferta avrà un solo risultato a disposizione. Discorso simile fatto nel pre-Verona, anche perché poi i viola ospiteranno la Lazio prima dello scontro diretto da brividi con il Cagliari. I sardi domenica avranno una complicata trasferta proprio a Napoli, mentre il Torino ospiterà il Parma. Occhio però anche a Benevento e Spezia, che visti i rispettivi momenti sono forse le squadre più ‘pericolanti’: la formazione di Inzaghi giocherà a San Siro contro il Milan, quella di Italiano a Verona contro un Hellas in crisi (di risultati). Mentre il Genoa (a 36 punti) farà visita alla Lazio.
SCONTRI DIRETTI. Primi match di maggio che anticiperanno scontri diretti come Benevento-Cagliari, Cagliari-Fiorentina, Spezia-Torino, Torino-Benevento e Cagliari-Genoa. Duelli ravvicinati che lasciano tutto assolutamente in bilico. Un vantaggio teorico, per i viola, può arrivare dagli scontri diretti fin qui favorevoli, visto che la Fiorentina è avanti rispetto a Benevento (0-1 e 3-1), Spezia (2-2 e 3-0) e Torino (1-0 e 1-1) e ha vinto l’andata con il Cagliari (1-0), mentre è pari con il Genoa (doppio 1-1). Ma ovviamente la speranza è di non arrivare a fare troppi calcoli.
LA MANO DI BEPPE. Anche se la strada per salvarsi in anticipo quest’anno pare non poco impervia. Iachini sta provando a ricompattare il gruppo, dopo la disfatta di Reggio Emilia la squadra ha reagito meritando i 4 punti contro Verona e Juve. Proprio contro l’Hellas, formazione molto più organizzata dei viola nonché superiore sia per classifica che per concetti tecnico-tattici, Beppe rimediò in corsa spostando Amrabat sulla destra (dopo le sfuriate iniziali della squadra di Juric) e riuscendo poi a non soffrire più di tanto dopo il 2-1 di Salcedo. Contro i bianconeri, domenica, si è vista ancor più la mano di Iachini. Un gioco semplice ma efficace, spazi chiusi e un solo tiro nello specchio concesso alla Juve (record negativo per il campionato bianconero), ovvero quello che ha portato al gol di Morata. Mentre la Fiorentina si è costruita 6 tiri in porta (11 in totale), tra cui il palo di Pulgar.
ORA VIETATO MOLLARE. Insomma, proprio nel mare in tempesta la Fiorentina ha trovato una rotta da seguire. Aggrappandosi al calcio pratico di Iachini, che può non fare impazzire pensando ad una squadra con ambizioni di medio-alta classifica (come volevano avere i viola ad inizio stagione) ma sta dimostrando, come lo scorso anno, di saper toccare le corde giuste nelle situazioni di emergenza. Certo, adesso bisognerà assolutamente continuare su questa strada. Aspetto mai banale per una squadra che più volte ha tradito le attese. Ma nella corposa lotta salvezza in cui è invischiata questa Fiorentina bisogna appigliarsi a quel poco di buono che c’è. Specie ripensando al percorso, fatto di parecchi inciampi, di questa squadra.
SOGNANDO UN FUTURO MIGLIORE. Anche se, ovviamente, i più a Firenze non vedono l’ora che questo campionato finisca. Sognando un futuro migliore. Con un progetto che vada in una direzione precisa, un tecnico che sappia portare un’idea di calcio intrigante, una società che lo possa supportare nelle scelte quotidiane e sul mercato. Troppe stagioni negative, troppe delusioni in serie per una Fiorentina che, ricordiamolo, è storicamente la 5° forza del campionato (dietro a Juve, Inter, Milan e Roma nella classifica perpetua). Ci vorrà tempo, forse, per tornare a certi livelli, ma si spera che il nuovo corso possa e voglia ambire a riportare Firenze dove merita. All’altezza anche di un Viola Park che diventerà “il più bello in Italia e in Europa”, all’altezza di un presidente che per passione e forza economica aveva fatto da subito sognare. Prima di scontrarsi con mille difficoltà.
(NON ANCORA) IL TEMPO DELLE SCELTE. Ma è chiaro che nei momenti bui ci si aggrappi alle speranze. Alle divisioni tra ‘gattusiani’ e ‘dezerbisti’, ma comunque due modi diversi di calcio che potrebbero dare un’identità – in un senso o nell’altro – alla Fiorentina. Il tempo delle scelte non è ancora arrivato, testa all’obiettivo salvezza. Anche se nel calcio spesso bisogna muoversi per tempo. Come su Vlahovic. Un giocatore che Firenze si sta godendo, a suon di gol e giocate ‘sfrontate’ come quel cucchiaio contro la Juve, ma che ha paura sempre più di perdere a fine stagione. “Ha un contratto e i contratti vanno rispettati, poi lavoriamo con lui e i suoi agenti. Quando arriveremo a qualche novità vi aggiorneremo”, ha fatto sapere Joe Barone domenica.
RIUSCIRE A TENERE DUSAN. Riconoscenza da una parte, soldi e soprattutto ambizione dall’altra. Nel mezzo un contratto con scadenza 2023 e il forte pressing, sempre più intenso, di tante squadre italiane e soprattutto straniere che possono mettere sul piatto palcoscenici europei. Su quest’ultimo punto si giocherà gran parte della partita per la Fiorentina. La forza di convincere un ragazzo esplosivo di poter costruire una squadra che possa esaltarlo. Con un calcio propositivo e non di sofferenza. Anche se sarà complicato garantire subito un organico da Europa: abissale ad ora la differenza con le prime 7. Per colmare anche in parte il gap la Fiorentina dovrà fare molte scelte giuste nelle prossime settimane. Sognando una Viola migliore, però, non si può pensare di perdere ora questo Vlahovic. Entrato già adesso, a 21 anni, numeri alla mano, nella storia viola (almeno) dell’ultimo ventennio.