Francesco Le Foche, medico immunologo: “A quell’Atalanta-Valencia immagino siano andati quasi tutti, inclusi probabilmente asintomatici e febbricitanti”
Francesco Le Foche, medico immunologo, responsabile del day hospital di immuno-infettivologia del policlinico Umberto I di Roma parla così al Corriere Dello Sport:
ATALANTA-VALENCIA. “È passato un mese da quella partita. I tempi sono pertinenti. L’aggregazione di migliaia di persone, due centimetri l’una dall’altra, ancor più associate nelle comprensibili manifestazioni di euforia, urla, abbracci, possono aver favorito la replicazione virale, ovvero un’espulsione di quantità di particelle virali molto alta e a grande velocità dalle prime vie aree, bocca e naso. Stiamo parlando dell’enfasi collettiva di una partita storica, con molti gol. L’afflato di una tifoseria appassionata come poche. Devo immaginare che a quella partita siano andati quasi tutti, inclusi probabilmente asintomatici e febbricitanti”.
FOLLIA. “Aver giocato quella partita potrebbe aver provocato la situazione disastrosa del bergamasco”. Una follia giocarla a porte aperte quella partita con il senno di poi? “Ha detto bene, col senno di poi. All’epoca troppe cose non erano ancora chiare, a cominciare dall’enorme diffusibilità di questo virus. Oggi sarebbe impensabile. Infatti, hanno bloccato tutto”.
RIPRESA A GIUGNO. “Dubito molto fortemente. Da noi il virus andrà a ridursi, la tendenza è a crescere in Francia, Germania, Spagna e Inghilterra. Tutte nazioni che hanno un ruolo centrale nelle competizioni internazionali”.

Di
Redazione LaViola.it