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Liga, Bundes, Premier. Il calcio nel pallone per il virus. Fifa e Uefa fermino il carrozzone

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L’epidemia non ha più confini. Uefa e Fifa non possono più far finta di nulla. Dal caos Europa League e Champions fino ad Europeo e Nazionali

Il calcio in tutta Europa sta facendo i conti col Coronavirus. Ormai l’epidemia non ha più confini.

La Svizzera è stata una delle prime federazioni a ordinare lo stop di tutte le competizioni calcistiche. L’Italia ha vissuto giorni di tira e molla, tra teatrini, alcune gare giocate a porte chiuse, fino allo stop. In Francia,  a Parigi sono stati individuati alcuni focolai che hanno portato il Psg a non giocare lo scorso weekend con lo Strasburgo. Ma in Ligue 1, fino a pochi giorni fa, si giocava regolarmente a porte aperte. Come in Germania. Dove adesso scoppia il caso: un calciatore dell’Hannover, Serie B tedesca, è risultato positivo. In Spagna lo stesso, fino alla gara di ieri del Valencia dove è stato deciso di giocare a porte chiuse. Provvedimento preso per le gare di Liga a ieri, perché da oggi potrebbero arrivare decisioni drastiche anche nella penisola iberica: sospensione del campionato. Ufficialmente sospese le categorie inferiori.

In Inghilterra la gara tra City e Arsenal di oggi è stata posticipata perché membri dello staff dell’Arsenal sono stati in contatto con il proprietario dell’Olympiakos, Evangelos Marinakis, positivo al coronavirus. Ma per adesso, le competizioni in Inghilterra andranno avanti a porte aperte. In Polonia a ieri si va avanti a porte chiuse.

Adesso, purtroppo, tutto il mondo è diventato paese. E quella che sembrava essere una situazione d’emergenza solo in Italia, e originariamente circoscritta alla Lombardia, sta bloccando tutto il mondo del pallone. Tutto tranne che per la Uefa. La Roma, infatti, non ha ricevuto autorizzazioni per atterrare a Siviglia dove avrebbe dovuto affrontare gli spagnoli a porte chiuse. E il Getafe non vuole spostarsi a Milano.  Lask-United a porte chiuse, mentre non si gioca la gara tra Basilea e Francoforte.

I calciatori che sono stati convocati dalle rispettive nazionali non sanno ancora cosa li attende. In Cile, ad esempio, chi risponderà alla chiamata della nazionale, come il viola Pulgar o l’interista Sanchez, sarà costretto a stare in quarantena. Con conseguente slittamento del rientro nei paesi dove giocano con i rispettivi club. E la domanda sorge spontanea: Uefa e Fifa cosa aspettano a prendere provvedimenti per fermare il carrozzone?

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