Basta guardare il curriculum di Josip Ilicic per scoprire che il suo mancino, seppur fatato, non è stato forgiato per essere quello di un cecchino infallibile. Nelle prime due stagioni con la maglia della Fiorentina aveva fatto solo 16 gol tra campionato e coppa, Poi l’anno scorso un vero e proprio exploit: 15 reti e tutti a casa. In un lampo diventato l’attaccante di riferimento di Paulo Sousa, nonché il miglior marcatore in rosa. Mica male per uno che fino all’anno precedente aveva brillato più per la sua qualità di ispiratore che per la praticità di realizzatore. E a giudicare dal suo inizio di stagione di quest’anno sembra proprio che dal ritiro estivo di Moena non sia tornato in pullman con gli altri compagni di squadra ma a bordo della DeLorean di Doc di “Ritorno al futuro”. Tornato indietro del tempo, insomma. A quando il gol per lo sloveno era una vera chimera. Eppure l’occasione per sbloccarsi l’ha avuta contro il Milan, ma il suo calcio di rigore si è stampato sul palo alla sinistra di Donnarumma. Niente allora. Occasione mancata e appuntamento con il gol che a questo punto è rimandato, quanto meno a dopo la sosta. In questo lasso di tempo, chissà, magari Paulo Sousa penserà a qualche soluzione nuova. Un cambio di posizione che possa garantire anche un cambio di rotta. Quella che potrebbe portare il numero 72 alla via del gol con maggiore facilità facendolo ritornare ad essere un punto di riferimento, non soltanto per l’ultimo passaggio. L’anno scorso vedeva la porta da ogni dove ed il gol arrivava in tutte le salse: da fermo così come su azione. Magari riprenderà a segnare proprio con la maglia della nazionale slovena, che in questo turno di qualificazioni al prossimo mondiale affronterà Slovacchia e Inghilterra. Se lo augurano in tanti: lui, la Slovenia, Paulo Sosa e tutto il popolo di fede viola. Perché creare va bene, ma adesso la Fiorentina deve soprattutto concludere. E Josip può dare una mano.
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Ilicic, i gol dove sono finiti? Nazionale e svolta tattica, è il momento di cambiare
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