Il francese nell’ultimo periodo ha finalmente cambiato marcia dopo mesi deludenti con la maglia della Fiorentina
Incerto, confusionario, impalpabile, fantasioso, essenziale, concreto: Ikoné ha cambiato pelle cammin facendo. Come i soggetti di Escher mutano forma (opera più alta nel genere dell’artista olandese: Metamorfosi II). Per diventare gradualmente uno degli elementi trainanti dell’ultimo pezzo di campionato della Fiorentina. Lo dicono i numeri, oltre alla fiducia reiterata di Vincenzo Italiano da almeno un mese a questa parte. E Jonathan ha spiccato il volo. Scrive il Corriere dello Sport-Stadio.
FIDUCIA MERITATA
Che sia dipeso (il volo) dalla considerazione che Ikoné ha sentito intorno a sé. O se viceversa la crescita di rendimento dell’esterno abbia aumentato la considerazione, è un discorso di causa-effetto che non cambia la sostanza. E certo va tenuto conto anche della doppia indisponibilità contemporanea di Gonzalez e Sottil. Ma il campo bisogna sempre e comunque conquistarselo. Di sicuro, la squadra viola sta ritrovando alla causa uno dei suoi calciatori di maggiore talento. Ancorché di più oneroso investimento economico della gestione-Commisso (14 milioni+1 di bonus) e la sosta proprio non ci voleva.
Davvero il giocatore dall’Inter in avanti non somiglia per niente a quello visto da gennaio a maggio della scorsa stagione. E pochino a quello dei primi due mesi di quella attuale. L’ambientamento tecnico e tattico in un calcio per lui nuovo e diverso era una motivazione valida per spiegare le responsabilità nel rendimento (modesto) offerto. Invece la conferma delle difficoltà dopo il ritiro svolto per intero insieme ai compagni e dopo il lavoro specifico per consentirgli di esprimere le qualità, aveva ingenerato il dubbio (fortissimo). Dubbio che la miglior versione di Ikoné apprezzata con i campioni di Francia 2020-’21 non potesse essere replicata in Italia.
L’AMICO DI MBAPPE’.
Invece, Gonzalez si è fatto male (?) proprio contro l’Inter (22 ottobre). E l’attaccante transalpino si è preso la fascia destra. Subito, di prepotenza, salendo di giri e di rendimento. Incidendo e dimostrando che dribbling e assist appartengono davvero al suo repertorio (i gol no, ma sta lavorando anche su quelli). E che un esterno con le sue caratteristiche nel 4-3-3 modificato in 4-2-3-1 da Italiano (altro elemento a suo favore) è l’ideale. Detto dell’Inter, contro cui ha segnato una rete bellissima seppur non sufficiente ad evitare la sconfitta, Ikoné ha giocato le successive quattro partite di campionato (più una di Conference League) da titolare.
Senza saltare nemmeno un minuto e soprattutto regalando sprazzi di calcio che appartengono ad un’ala moderna. Con tre passaggi decisivi serviti fra Rfs Riga, Salernitana e Milan. E, tanto per dire, c’era lui nell’episodio del “Meazza” con Tomori co-protagonista che tanto ha fatto discutere e la Fiorentina arrabbiare. La squadra viola adesso sa di poter contare su “Jorko”, il soprannome che si è portato dietro dalla Francia. Perché così l’ha sempre chiamato il suo amico Mbappé fin da quando giocavano (entrambi classe 1998) nei ragazzini del Bondy allenati dal babbo del fuoriclasse parigino. E strabiliavano insieme.

Di
Redazione LaViola.it