Festa viola per la qualificazione in Conference League, ora però la piazza aspetta le prossime mosse per la Fiorentina che verrà
La qualificazione alla Conference League, la festa viola per il ritorno in Europa dopo sei anni. Un traguardo sognato, inseguito, raggiunto. Eppure a due settimane dal post-Juve l’entusiasmo di quelle ore pare in gran parte dissipato. Sia per la questione Torreira, giocatore imprescindibile quest’anno che alla fine non è stato riscattato (ancora porte non chiuse definitivamente, ma è chiaro che riportarlo a Firenze ora è più complicato), sia per le parole di Commisso, che ha parlato sì di ambizione e di crescita ma anche di grande realismo economico, sia per una fase di stallo sul fronte allenatore.
CONFRONTO-SVOLTA. Perché sì, Italiano ha indubbiamente un contratto valido per la prossima stagione e la volontà comune è quella di continuare insieme, ma il calcio anche negli ultimi anni ha insegnato che ripartire senza tutte le convinzioni del caso, da entrambe le parti, può portare presto a malintesi, equivoci, frizioni. Insomma, se le parti si erano lasciate quel 22 maggio con ottimismo, molto importante diventa il confronto in programma nei prossimi giorni tra Joe Barone, di ritorno dagli Stati Uniti (dove ha avuto modo di confrontarsi con il presidente Commisso), e lo stesso Italiano. Ambizioni e prospettive, sì, ma anche capacità di investimento, voglia di crescere e rinforzare una squadra che sta già perdendo (e perderà) tante pedine importanti. Con un contratto, in più, che lo stesso allenatore – seguito, ricordiamo, da Ramadani ormai da qualche mese – vorrebbe ridiscutere anche in termini economici: nella stagione da poco conclusa Italiano era il 10° tecnico più pagato del campionato (1,2 milioni netti, fonte Calcio & Finanza), lecito che quello che è considerato il miglior allenatore emergente possa volere un riconoscimento in tal senso. Magari con un legame più lungo che possa tutelare di più anche la stessa Fiorentina.
RINFORZI. Sarà con ogni probabilità uno degli argomenti sul tavolo del confronto. Ma non l’unico. Perché quella 2022/2023 sarà una stagione impegnativa, con partite ogni tre giorni, con una partenza-bomba già ad agosto (tra campionato e playoff di Conference): insomma, servirà una Fiorentina più che competitiva sui tre fronti, se si vuole mantenere una certa ambizione. Una rosa larga e di qualità, come sottolineato da Italiano più volte. Facile a dirsi, meno a farsi perché diversi giocatori sono in partenza (o partiranno) e ci sarà bisogno di prendere tanti titolari o potenziali titolari. A conti fatti almeno 7-8 giocatori di medio-alto livello. E se dal punto di vista economico Commisso ha specificato che ‘avanzano’ 50 milioni dalle cessioni di Vlahovic e Chiesa, al netto di nuove entrate e di eventuali immissioni del presidente, è evidente che servirà anche ‘fantasia’ per fare “operazioni intelligenti” (come ha detto Pradè), così come bisognerà scegliere in che zona di campo fare gli investimenti più pesanti.
TANTO DA FARE. Non a caso in porta Vicario era tra i profili preferiti ormai da tempo, ma il riscatto da parte dell’Empoli ha posto come base ‘d’asta’ 10 milioni: non pochi. A destra, da Bellanova a Dodô, la sostituzione di Odriozola si preannuncia non particolarmente economica, in mezzo intriga l’investimento Asllani nel caso in cui non si riaprisse la strada per Torreira, davanti invece Cabral può essere il centravanti designato, con la conferma di Piatek (in prestito o a cifre ridotte) o un’alternativa con formula simile (occhio a Djuric). Tante idee sul piatto, il mercato deve ancora entrare nel vivo ma soprattutto c’è il confronto con l’allenatore a fare da svolta. Perché è chiaro che, parlando di “operazioni intelligenti”, bisognerà agire in sintonia con il tecnico che ha rivalutato gran parte della rosa a disposizione, stupendo tutti e andando oltre ogni aspettativa. Prendere giocatori che siano funzionali ad un tipo di calcio che ha convinto tutti. Un portiere, due terzini (uno a destra e uno a sinistra), un regista, una mezz’ala (almeno), un centravanti, uno o due esterni (Callejon e Saponara sono in scadenza, il secondo potrebbe restare ma ancora non c’è ufficialità), in attesa di capire il futuro di Milenkovic (sempre gestito da Ramadani) che potrebbe aprire una ‘falla’ anche al centro della difesa.
ENTUSIASMO DA RICREARE. Tanto da fare, poco tempo (tra poco più di un mese inizia il ritiro, prima di Ferragosto inizia la stagione con gare subito decisive) e un confronto società-allenatore che farà da spartiacque per tanti aspetti. Ecco perché, nonostante la festa immediata per il ritorno in Europa, Firenze aspetta di capire prospettive e reali ambizioni per la prossima stagione. Con un entusiasmo generale che va ricreato con le prossime mosse.
Di
Marco Pecorini