La squadra è cresciuta sotto ogni profilo, tecnico e tattico. Al di là della classifica, tornata a sorridere, la sfida contro la Roma è lo spartiacque per capire sin dove si possono spingere i sogni e quali siano le possibilità di arrivare in Europa (League). Così scrive il Corriere Fiorentino. Roma è un altro muro da scalare per superare i propri limiti. Il calendario non dà una mano. Ma le tabelle sono fatte apposta per essere smentite, i pronostici ribaltati, le previsioni sbugiardate. Da qui avanti sono necessari coraggio e volontà. La Fiorentina vuole l’Europa anche per dedicarla al suo capitano. Nel momento in cui era facile che una squadra giovane e senza obiettivi potesse piegarsi sotto il peso di quanto accaduto, i ragazzi di Pioli hanno dato il meglio: seri, forti, umili. Tosti. Uniti, nel dolore e in campo. Finalmente squadra.
L’allenatore ci ha messo tanto del suo, un po’ babbo e un po’ guida, spesso fratello maggiore, ha curato le lacrime con gli schemi e allontanato il vuoto dell’anima con la gioia del pallone. Firenze e la proprietà, mai tanto divise come in questa stagione, hanno fatto il resto. Un aiuto fondamentale. Perché solo unita la Fiorentina può andare oltre se stessa. Roma è un esame durissimo anche se la speranza, neppure troppo nascosta, è che i giallorossi siano distratti dalle due partite con il Barcellona. Di Francesco, che qualche mese fa poteva essere l’allenatore viola, deve gestire uomini e la rabbia di una sconfitta troppo dura. Alla Fiorentina sarebbe servito Chiesa. Ma i viola anche sotto questo aspetto sono cresciuti, fanno con quello che hanno. Serviranno la personalità di Veretout, la fantasia di Saponara, la forza di Dabo, i gol di Simeone, che mai è riuscito a segnare tre volte di fila. Servirà, insomma, la Fiorentina. Quella che non molla mai.
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Redazione LaViola.it