Rassegna Stampa
Lettera dei club di A alla Figc (e poi al Governo): un’unica norma per gli stipendi
Passi ufficiali per cercare di contrarre le perdite. Le richieste poi passeranno al governo: dalla legge sugli stadi alla legge Melandri sui diritti tv.
Dal campo alla scrivania: il calcio ragiona su come riuscire a sostenersi, a maggior ragione se l’ipotesi di non tornare a giocare si concretizzasse. Le proposte che la Lega ha raccolto dai club saranno sintetizzate e restituite alle società e soprattutto alla Federazione in un documento strutturato. La Figc lo riceverà già domani e sarà il passo ufficiale per arrivare poi sul tavolo del governo. I club cercano un sistema per contrarre le perdite. Il governo al lavoro su prossimi decreti per le aziende, potrà inserire le società sportive nella categoria. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
STIPENDI. Una o più leggi dello stato eviterebbero singole contrattazioni, come quella sulla possibile sospensione (o taglio) degli stipendi nel periodo di inattività dei calciatori: una delle ultime proposte condivise dalle società. Anche se in questo caso la discussione potrebbe fermarsi a uno step precedente: essere concordata dai club, recepita dalla Federazione e accettata dai giocatori. L’AIC, come sindacato di categoria, è soggetto politico: non potrebbe imporre decisioni ma dettare una strategia comune. Che è ciò che già vede impegnate le parti in causa: trovare una linea che porti a una contrattazione collettiva per evitare che ogni presidente faccia i conti con i propri tesserati.
TAGLI. Ma club e Lega confidano piuttosto in una direttiva Uefa, uguale per tutti i paesi. In un secondo momento si discuterà dell’ammontare, specie se dalla sospensione si arriverà a trattare tagli veri e propri: da calcolare in base al periodo di inoperosità, o se il campionato non dovesse riprendere, in base alle partite non giocate. Nel secondo caso sarebbe interessato il 25-30% dello stipendio.
LE ALTRE PROPOSTE. Le altre proposte riguardano la cancellazione del bando pubblicitario imposto alle società di scommesse, la modifica della legge Melandri sui diritti tv, o quella sul professionismo sportivo del 1981. Ovviamente quella sui nuovi stadi: verrà chiesta una semplificazione della burocrazia per chi vorrà investire nelle infrastrutture. Tutte disposizioni che permetterebbero ai club di trarre vantaggi utili a riequilibrare i propri bilanci, in modo che anche in futuro riescano a sostenersi da soli.
