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L’esperto: “Stadio alla Mercafir? 22 milioni sono troppi”

Mercafir

La perizia fatta stilare dal Comune di Firenze parla di 22 milioni per la cessione dell’area sud della Mercafir. Ma il valore sarebbe un po’ più basso.

Ci sarebbe un rincaro di circa il 10 per cento sulla perizia dei terreni comunali del cosiddetto «comparto sud« dell’area Mercafir che da venerdì è ufficialmente sul tavolo del sindaco Dario Nardella. «19 milioni, 20 milioni sarebbe stata una somma giusta in virtù della cubatura che sarà edificata e sarà suddivisa nelle tre tipologie costruttive: commerciale, turistico ricettivo e uffici direzionali». A dirlo a La Nazione è Arrigo Brandini, presidente Fimaa (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) Confcommercio Firenze. Per lui, sui 22milioni di euro, la somma dei 9,9 milioni per la porzione di terreno dove potrebbe sorgere lo stadio e dei 12,1 milioni per la parte commerciale, direzionale e alberghiera, c’è un rincaro di circa il 10 per cento.

PERIZIA. La perizia, da venerdì nelle mani del sindaco, è stata redatta dagli esperti nominati dal Comune ma la relazione di congruità l’ha realizzata Praxi, società leader in Italia nel settore delle stime immobiliari, la stessa che si occupò dell’operazione che portò alla costruzione del nuovo stadio della Juventus a Torino. Il documento contiene due differenti cifre: uno è il valore fissato dal Comune dell’area che potrebbe ospitare il solo impianto sportivo da 40-45 mila posti (sono 7,5 ettari), l’altro è il valore dell’area delle cosiddette “attività connesse”, cioè quella su cui sarà possibile realizzare negozi, alberghi e uffici (in tutto circa 30 mila metri quadrati di superficie utile lorda), come previsto dalla variante urbanistica vigente.

ATTIVITA’ COMMERCIALI. «Nei 30mila mila metri quadri di superficie edificabile, circa 18mila sono destinati all’attività commerciale – riprende Brandini –. E non c’è nessuna garanzia sulla redditività di eventuali attività che potranno aprire, soprattutto nei giorni in cui non ci saranno partite. Quindi i canoni di locazione, che sono calcolati in base al business plan del costo dell’area, ai costi di demolizione ed edificazione e a tutte le voci correlate, non potranno essere elevati e dovranno permettere a chi investe di lavorare». Per il presidente Fimaa, quindi «se in fase di definizione degli accordi tecnico-commerciali Palazzo Vecchio, oltre alla realizzazione delle aree di parcheggio, contribuisse ulteriormente, per esempio preoccupandosi di altre infrastrutture, si abbasserebbero gli oneri finali del costo compessivo e/o il costo di acquisto».

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