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L’esigenza di capire se questa rosa è valida o meno impone una svolta. Fin qui la Fiorentina non ha giocato. Beppe, il destino pare segnato

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Quanto ci sia di buono o meno in questa Fiorentina, ad oggi, non è ancora dato saperlo. Fin qui la squadra non ha giocato. Serve una svolta

“Questa è la rosa più forte che hai, ora tocca a te”. Così Daniele Pradè parlava di Beppe Iachini a fine calciomercato. Messaggi che, con differenze e similitudini del caso, riportavano alla mente quelle parole su Vincenzo Montella dello stesso ds un anno prima. Che Pradè volesse cambiare tecnico è ormai il segreto di Pulcinella. Tanto da aver praticamente bloccato Ivan Juric, prima che arrivasse la conferma da parte di Commisso in persona di Iachini. E col senno del poi, qualcuno ha sbagliato ed altri avevano ragione. Ma ormai serve a poco guardare indietro.

COSA VALE QUESTA FIORENTINA?. Molti errori sono stati compiuti anche in fase di campagna acquisti/cessioni. Ma quanto ci sia di buono o meno in questa Fiorentina, ad oggi, non è ancora dato saperlo. Questa squadra, infatti, non gioca da diverse partite. Molti elementi non sono neanche lontani parenti di quelli visti qualche mese fa altrove. Davanti non tira nessuno. In mezzo non c’è gioco, né filtro e la difesa fa acqua da tutte le parti. Eppure c’è la forte convinzione all’interno della dirigenza che questa rosa valga di più. Molto di più. E che abbia una serie di qualità inespresse che impongono delle riflessioni.

DESTINO SEGNATO. La classifica non è disastrosa. Ma sarebbe inutile andare avanti su questa falsariga. Possono anche arrivare vittorie e punti, ma ottenerli casualmente con un lampo e grazie ai miracoli del portiere non porta a niente. Soprattutto quando hai allestito una rosa di calciatori di qualità che vengono, però, guidati da un tecnico che mastica un altro tipo di gioco. E il risultato è il non gioco che ha contraddistinto il cammino di Iachini alla Fiorentina. Per questo il destino dell’allenatore viola pare segnato. A meno che al Tardini non vinca in maniera convincente e che si vedano dei progressi tecnico/tattici di una squadra che può avere sì dei difetti, ma almeno dare l’idea di sapere cosa fare in campo. Sensazione che non si è avuta in queste ultime gare in cui con Padova, Udinese e Spezia sono arrivati due successi ed un pareggio, ma solo grazie a miracoli dei portieri, errori vari degli attaccanti avversari e legni, mentre a Roma la Fiorentina poteva perdere di goleada senza aver creato quasi niente.

NUOVO CORSO. Con l’eventuale ritorno di Prandelli sulla panchina della Fiorentina, ormai sempre più probabile, la dirigenza viola non si aspetta di mettere assieme successi su successi e tentare la scalata alla Champions. Perché c’è la consapevolezza di aver commesso degli errori anche in fase di allestimento della rosa. Così come che anche questo, con grande probabilità, non sarà l’anno del salto di qualità. L’obiettivo è riportare il sereno nello spogliatoio e dare idee di gioco che meglio si addicano alle qualità tecniche di questo gruppo.

E soprattutto poter arrivare a fare delle valutazioni su giocatori che fin qui sono ingiudicabili. Perché non c’è ritmo, corsa e condizione atletica. Ma neanche una trama di gioco che permetta di capire se Vlahovic, Kouame e Cutrone siano o meno da Fiorentina, con un Amrabat schierato in una zona del campo in cui sembra il fratello di quello visto a Verona, una difesa che non regge niente, e una serie di calciatori che sono o peggiorati o scomparsi. Tutto ciò impone una svolta. Tempo per provare a farla, Iachini, ne ha avuto abbastanza. Anche troppo secondo alcuni filoni di dirigenza viola, e con esiti già previsti secondo altri. A Parma ultima occasione, ma salvo miracoli la strada è tracciata.

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