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L’entusiasmo come spinta nel motore dei sogni. L’Europa non è più un tabù: tre gare e un mercato all’altezza per alimentare le ambizioni

Da Gonzalez a Vlahovic, fino a Italiano: i protagonisti non si nascondono sugli obiettivi. Salernitana, Sassuolo e Verona per dare continuità: poi starà alla società

I sorrisi, gli abbracci, le esultanze con i tifosi. Ma anche i post sui social, gli scherzi tra i giocatori. Se spesso alla base di risultati importanti, nello sport, c’è un gruppo forte e unito, questa Fiorentina sta creando dei presupposti più che positivi. La vittoria di Bologna, la seconda di fila dopo il bel successo contro la Samp, ha ridato entusiasmo. La squadra di Italiano ha interrotto l’altalena di risultati che andava avanti da oltre due mesi e mezzo, ha superato uno scontro diretto per l’Europa e ha dominato su un campo complicato. Insomma, una dimostrazione di forza che ha dato nuove energie.

GIRO DI BOA. Chiaro che le riprove, poi, nel calcio sono dietro l’angolo. E allora davvero le ultime tre gare del girone di andata (Salernitana e Sassuolo in casa, Verona in trasferta) permetteranno di tirare un primo bilancio realistico al giro di boa del campionato. “Siamo lì, siamo i primi inseguitori delle prime quattro, cercheremo di stare in quella zona di classifica: una volta che ci siamo arrivati vogliamo mantenerla”, ha detto Italiano dopo il Dall’Ara. “Mancano tre partite alla fine del girone di andata, vogliamo fare più punti possibili e vediamo dove chiudiamo”. Se insomma ad inizio stagione nessuno voleva parlare d’Europa, preferendo un profilo più basso, ora questa parola non è più un tabù. La squadra segue il suo allenatore attraverso idee chiare e precise, innovative, coinvolgenti. Una vera rivoluzione che Italiano ha portato in pochi mesi: “Credo che il pareggio sia un epilogo innaturale di una partita, nessuna squadra scende in campo per pareggiare”. Pensate a queste parole e a quanto visto negli ultimi anni a Firenze. Un bel cambio di mentalità. I giocatori sanno cosa fare in campo, la Fiorentina ha sempre più un’identità, spesso e volentieri anche cambiando interpreti non è cambiata la sostanza della squadra (magari si è pagato dazio in quanto a qualità, ma non nell’applicazione dei principi di gioco).

NON PIU’ UN TABU’. Insomma, il gruppo sta prendendo sempre più consapevolezza nei propri mezzi: “Ad oggi ci manca un po’ di continuità, quella che mi auguro ci possa dare la vittoria di Bologna. Ancor di più consapevolezza e un po’ di autostima. Questa squadra ha dei valori, bisogna alimentarli durante la settimana, questa vittoria può aiutarci”, ha aggiunto Italiano sabato. Da Odriozola a Vlahovic, fino a Gonzalez e alle ambizioni del tecnico: ormai l’Europa non è più un tabù e i protagonisti ne parlano apertamente. C’è un entusiasmo che alimenta il motore dei sogni europei. Un gruppo che vuole regalare ai tifosi nuove gioie dopo anni complicati. Si percepisce anche dall’esterno questa ‘missione comune’.

IKONE’ E NON SOLO. É altrettanto chiaro, però, che questa è una squadra in crescita, ma incompleta. O meglio, migliorabile. Perché se il primo obiettivo della scorsa estate era quello di valutare la squadra e cercare di tirar fuori il meglio da giocatori che negli ultimi mesi erano andati fuori giri, adesso Italiano e il suo gruppo di lavoro meritano anche quei rinforzi che non erano arrivati ad agosto. Quanto meno un esterno e un centravanti di riserva. Ma qualcosa potrebbe cambiare anche a centrocampo, con possibili ‘scontenti’ a causa dell’abbondanza in mezzo (Amrabat, ad esempio, non è entrato proprio benissimo – ed è un eufemismo – nelle ultime gare). Ikoné per la fascia sarebbe un innesto non da poco. La trattativa con il Lille pare in via di definizione (15 milioni più percentuale sulla futura rivendita), il classe ’98 è un giocatore giovane di livello che ha già quasi 200 presenze tra i professionisti, ha già giocato Champions ed Europa League ed è nel giro della Nazionale francese. Certo, non è ancora un goleador nei numeri (16 gol con 25 tra assist e rigori procurati in 147 gare col Lille) e non conosce il campionato italiano (Berardi sarebbe un top in questi due aspetti), ma dopo aver recitato un ruolo importante nella vittoria della Ligue 1 lo scorso anno non sarebbe certo una scommessa. Bensì un giocatore in ascesa che ancora si deve completare.

VLAHOVIC PER L’EUROPA. Come centravanti bisognerà trovare sistemazione a Kokorin, scommessa (stra-)persa nel giro di un anno. Borja Mayoral è più di un’idea, ma solo a certe condizioni. Mentre parecchio ruoterà intorno a Vlahovic: lui è totalmente calato nella realtà viola per il presente, ha diversi primati da poter raggiungere rimanendo alla Fiorentina fino a giugno. Ambizione personale e di squadra che si mescolano e che stanno portando i viola in zona Europa. Cosa succederebbe, però, in caso di offerta reale e importante a gennaio? Anche di questo, probabilmente, hanno parlato Barone e Ristic la scorsa settimana. Perché è evidente che la Fiorentina avrà meno potere nella cessione in estate, ma allo stesso tempo un centravanti di quasi 22 anni che ha nelle gambe (se continua così) una trentina di gol a fine campionato avrà comunque diverse squadre disposte a spendere una cifra rilevante. Ecco che quindi andare avanti insieme a gennaio potrebbe convenire a tutti. Soprattutto a Italiano, che spera che la sua ‘macchina’ possa essere rinforzata, e non depotenziata, nel prossimo mese. Per restare, davvero, a lottare per queste posizioni fino alla fine contro chi fino a pochi mesi fa guardava la Fiorentina da 20-30-40 punti di distanza.

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