
La fumata nera era prevista ed è puntualmente arrivata. Ma l’assemblea di ieri ha almeno tracciato la strada da percorrere: la Lega Serie A vuole rinnovare i propri organi, tanto che la riunione è stata tenuta aperta e aggiornata a domani. In caso di vacanza delle cariche oltre l’11 dicembre, il Coni prenderebbe atto del perdurare dello stallo politico e commissarierebbe la Federazione. In questi giorni di crisi più di un presidente di A ha giocato su più tavoli, da un lato mostrando fastidio verso possibili ingerenze dall’esterno nel calcio, dall’altro tenendo un canale aperto con Malagò nell’ottica del commissariamento federale, immaginato come il grimaldello per cambiare i pesi elettorali (la A vale il 12%, i Dilettanti il 34%, la Lega Pro il 17%). Ieri in Lega si è ragionato nell’ottica di trovare un accordo sulle nomine. L’intenzione di fare le nomine c’è, l’intesa non ancora. Sul presidente è spuntato ieri il nome di Giuseppe Vegas, numero 1 della Consob in uscita, tirato fuori da Lotito. A differenza dell’altro candidato suggerito dal patron laziale, l’ex vice comandante della Guardia di finanza Ugo Marchetti, già bocciato nonostante un poderoso curriculum fatto circolare, Vegas può far breccia nel fronte dei 10 club riformisti (Juve, Inter, Roma, Napoli, Fiorentina, Torino, Samp, Sassuolo, Bologna, Cagliari), anche se qualcuno avanza perplessità sul suo passato da parlamentare e vice ministro del centrodestra. Sull’a.d. resta sempre in pole Sami Kahale, già presidente di Procter & Gamble: la commissione ha chiesto mandato per chiudere dopo aver individuato una short list di 6 nomi. Che siano Vegas e Kahale, frutto di un compromesso tra le due anime, i volti della nuova governance della Lega? Così riporta la Gazzetta Dello Sport.

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Redazione LaViola.it