IL CALCIO è il posto sbagliato per cercare coerenza, il tempo delle bandiere è tramontato e il disincanto ha preso il sopravvento anche fra i tifosi, non tutti ma parecchi. Sono le offerte di mercato a fare la differenza, non sbagliano forse i giocatori a raccontare banalità per prendere tempo (in genere «qui sto bene e spero di restarci a lungo»), ma piuttosto eccede in ottimismo chi ci crede. La pioggia di soldi in arrivo dalla Cina è una nuova variabile e complica ulteriormente il quadro. I nuovi parametri del mercato, con offerte assolutamente fuori dalla norma, impediscono anche ai più sinceri di essere credibili. Era sembrato sincerissimo anche Nikola Kalinic nell’intervista rilasciata proprio alla Nazione, il primo dicembre. Queste alcune parole sul tema del suo futuro a Firenze: «Ho tre anni di contratto, dal mio punto di vista sono appena arrivato: vedo davanti a me un percorso da compiere». Di sicuro era più netto e deciso, il percorso, prima che arrivassero i 10 milioni netti di stipendio offerti dal Tianjin. Ora che sono diventati 12 – questa è la notizia del rilancio – probabilmente il percorso si sarà ridotto a un viottolino. Ma si può colpevolizzare un giocatore di 29 anni che vede, tutta in una volta, la possibilità di guadagnare in un anno come tutta una carriera, anzi di più?
NON che la prospettiva di andare in Cina sia il massimo della vita, ci sono infatti posti migliori per fare questo mestiere, ma il conto in banca e la prospettiva di ritornare in Europa con la certezza di non avere più problemi, proprio no, neanche per pagare il mutuo o la rata della macchina, aiutano a sopportare i dubbi. C’è un altro passaggio di quell’intervista che merita un approfondimento, essendo emerso dall’entourage di Kalinic un orientamento diverso rispetto alle dichiarazioni di inizio dicembre a proposito dell’allenatore. Così si espose Kalinic rispondendo a una domanda precisa, peraltro come la risposta tradotta da un interprete, e quindi non equivocabile: «Paulo Sousa? Sarò sempre grato al mister per quello che ha fatto per me. Io però resterò a Firenze anche se lui dovesse andarsene».
DA ALLORA sembra essere cambiato qualcosa nella testa di Kalinic, visto che i suoi agenti fanno circolare la possibilità di andar via comunque a giugno, magari per trasferirsi in Premier – qualche sondaggio evidentemente c’è stato – se non dovesse concretizzarsi il mega affare in Cina. Anche in questo caso è difficile entrare nella testa di un giocatore, di sicuro le leggi del mercato condizionano i pensieri con grande anticipo rispetto al passato. Trattative così importanti devono essere preparate per tempo e intorno a Kalinic – che la Fiorentina pagò 5 milioni e mezzo – si è scatenato un interesse senza precedenti. Nikola tace. Ma dopo tre anni e mezzo passati a Dnipropetovsk, in Ucraina, a queste cifre anche la Cina orientale può sembrare dolce come le crete senesi.

Di
Redazione LaViola.it