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Le tv sceglieranno l’orario delle gare. La Fiorentina appoggia Sky: sfida a Mediapro

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Si avvicina la resa dei conti nel faticoso processo di vendita dei diritti tv domestici della Serie A 2018-21. Lunedì è in programma una nuova assemblea per decidere se accettare l’offerta dell’intermediario indipendente Mediapro o se rifare il bando (sarebbe il terzo). E questa seconda ipotesi si fa sempre più probabile. Sky, infatti, non si è affatto arresa e sta studiando la controffensiva, che ovviamente può scattare solo se i club rigettano la proposta del gruppo spagnolo, con cui è in corso una trattativa privata. Dopo la delusione del bando riservato ai broadcaster (830 milioni annui il valore complessivo delle offerte), Lega e Infront stanno infatti valutando il progetto di Mediapro che prevede un minimo garantito di 950 milioni più royalties per la creazione di un canale tematico, da dare in affitto alle piattaforme disponibili. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

Dal punto di vista negoziale la speranza è che gli spagnoli alzino di almeno 20-30 milioni il prezzo in modo da avvicinarsi alla soglia psicologica del miliardo, cioè l’obiettivo che in fin dei conti andrebbe bene ai presidenti, sebbene il minimo d’asta fosse 1 miliardo e 50 milioni. Perché Sky rientri in gioco i club devono avere in qualche modo la garanzia, ovviamente del tutto informale, che il terzo bando possa portare i proventi attesi. La vendita sarà per prodotto e non più per piattaforma. Oggi verrà definito lo schema da portare lunedì in assemblea. Infront e Lega stanno studiando una commercializzazione con 3-4 pacchetti dividendo le giornate della Serie A in blocchi di più partite, tutte in esclusiva. A partire dal 2018-19 le finestre orarie saranno otto, dal venerdì sera al lunedì sera. La grande novità del bando è che i broadcaster licenziatari per la prima volta nella storia potranno scegliere la collocazione di determinate partite nel giorno e all’ora che preferiscono.

Per ogni turno di campionato, salvo alcune eccezioni, 4 gare verranno allocate dagli operatori e le restanti 6 dalla Lega, che finora decide su tutto il programma. Giocoforza, questa opzione (cosiddetta pick) valorizzerà i pacchetti e consentirà un ritocco dei prezzi, agevolato anche dalla vendita separata dei diritti per la trasmissione in bar e hotel (valgono un centinaio di milioni). A giudizio di Infront e Lega, attraverso la riformulazione dei pacchetti si potrà ottenere molto di più degli 830 milioni del bando precedente, anche perché sul tavolo c’è l’offerta da 950 di Mediapro da cui non si torna indietro, commercialmente parlando.

Sky, che all’ultimo giro aveva messo in budget oltre 600 milioni, sarà ora costretta a spendere di più. D’altronde la Serie A è centrale nel business della pay tv, che non può accontentarsi della prospettiva di recitare da semplice distributore, dopo aver fatto per anni l’editore tv del calcio italiano. E non è un caso se negli ultimi giorni si siano intensificati i contatti sia tra Sky e l’advisor della Lega sia tra l’emittente di Murdoch e alcuni club, anche perché in ballo ci sono anche i rapporti legati ai diritti non collettivi. All’interno dell’assemblea di Lega gli orientamenti sono contrastanti. Il partito di chi vorrebbe concedere un’altra chance a Sky sta incassando adesioni giorno dopo giorno: dalla Juve alla Roma, dalla Fiorentina al Bologna, dal Sassuolo al Napoli, anche se De Laurentiis era uno dei più ferventi sostenitori del canale della Lega.

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