Connect with us

Rassegna Stampa

Le tante critiche, Prandelli e i consigli di Ribery: così Vlahovic è diventato super

Vlahovic

Le occasioni sbagliate, i mugugni le parole del padre e Franck. Tanto lavoro e ambizione, stupisce l’educazione

Si fa presto, oggi, a dire «predestinato». Eppure, soltanto qualche mese fa, c’era chi voleva mandarlo in prestito. «Magari al Verona — dicevano — perché Juric sarebbe l’allenatore giusto per valorizzarlo». E poi i dubbi, i mugugni per qualche occasione mancata o dopo uno stop sbagliato. Basta pensare alla valanga di critiche che Dusan Vlahovic ha dovuto sopportare dopo la partita di San Siro con l’Inter alla seconda giornata, scrive il Corriere Fiorentino.

LA SCINTILLA. Chi lo conosce assicura che quelli successivi furono giorni parecchio difficili. Testa bassa, sguardo triste, nottate insonni passate a ripensare a quegli errori. Fu suo padre, a trovare le parole giuste. «Ricordi — gli disse — quando vedevi Ribéry col Bayern Monaco? Ora ci giochi insieme…». Una frase semplice ma che, nel cuore e nella testa di Vlahovic, ha avuto l’effetto di una pozione magica. A proposito. Lo stesso FR7 (insieme a Milenkovic), in quel momento, ha giocato un ruolo determinante. Lo ha preso sotto la sua ala, ci ha parlato a lungo e, allenamento dopo allenamento, ha convinto il ragazzo a mettere da parte la delusione, trasformandola in rabbia positiva. Aveva capito, il francese (abituato a stare in mezzo a campioni), che Dusan aveva qualcosa di speciale.

IL LAVORO DI PRANDELLI E BUSO. Merito di chi l’ha voluto (Corvino), certo, di chi gli ha dato fiducia (decisivo il ruolo di Prandelli nella tempistica della sua crescita), vero, ma poi nella sua esplosione fragorosa c’è tanto di suo. Una fame insaziabile di successo, una smisurata (ma sana) ambizione, il vivere ogni allenamento come fosse l’ultimo. E poi ancora il lavoro supplementare in palestra e le ore passate con Renato Buso (che per Prandelli curava il reparto offensivo) a studiare i movimenti giusti per smarcarsi dai difensori. Un atteggiamento che in questo ricorda i grandissimi, come Gabriel Batistuta che passava ore a tirare punizioni e a migliorarsi mentre gli altri erano già sotto la doccia dopo l’allenamento.

EDUCAZIONE. Dusan colpisce anche per l’educazione che lo porta, per esempio, a dire «grazie a lei» al termine di ogni intervista. Roba rara, per un ragazzo della sua età. E poi la vita tranquilla in zona Coverciano, le serie tv, le partite alla Play Station, la passione per l’Nba e, ovviamente, l’adorazione per Zlatan Ibrahimovic.

16 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

16 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Rassegna Stampa

16
0
Lascia un commento!x