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Le ‘pennichelle’ viola e lo show Vignato-Palacio. Meno male c’è Dusan…

Caceres

Il 39enne argentino e i due classe 2000 illuminano il pomeriggio al Dall’Ara. Ma la Fiorentina è ancora costretta a soffrire

Un derby aperto a tutto. E a tutti. A pseudo-anziani e bambini adulti, a bomber seriali e difese più o meno stanziali, a giocate raffinate e dormite ripetute. Se Rodrigo Palacio diventa il più “vecchio” (39 anni e 86 giorni) ad aver segnato una tripletta in A, se Vignato (vent’anni) gli appoggia tre palloni eleganti, se Vlahovic continua la sua opera di killeraggio (6 su 6 dal dischetto e 19 gol) e le terze linee ballonzolano, beh, ecco che la sfida da quasi-salvezza per entrambe diventa una sorta di Cubo di Rubik che per portarlo a termine devi girare, rigirare, avere pazienza e pure sacramentare. Così, il 3-3 finale sancisce la Zona bianca del Bologna e il guadagno di un punto dalla Zona Rossa della Fiorentina, tre volte in vantaggio ma tutt’altro che ignifuga. Così scrive La Gazzetta dello Sport.

VIGNATO-PALACIO. Mihajlovic era senza sei uomini e, non abbandonando il proprio assunto tattico (4-2-3-1), ha preferito arretrare Soriano nei due davanti alla difesa e alzare Emanuel Vignato, un ragazzotto che tutti conoscono ma che nessuno aveva mai visto così. Inizialmente morbido nel resistere agli urti della zona di trequarti, Vignato ha poi preso in mano la partita infilandosi con sveltezza nei punti giusti e coi tempi perfetti. Ha servito tre assist, uno più scintillante dell’altro, facendo altre due cose non di poco conto: avrebbe fatto il quarto gioiello da gol se Barrow non si fosse fatto avvelenare da Dragowski e soprattutto, sul parziale di 2-3, ha edificato una diagonale in chiusura su Vlahovic che vale un ulteriore mezzo punto. I suoi canditi hanno trovato un Palacio spietato come non succedeva dal 2005 in maglia-Boca. El Trenza è l’enciclopedia giocante, e il suo tris arriva di testa e di giustezza. Maestro in action.

DIFESA VIOLACEA. Tre gol, quelli di Palacio, in cui un difensore viola alla volta ha fatto la pennichella esiziale: il grande crollo della Fiorentina è arrivato, infatti, ogniqualvolta il Bologna (che nella ripresa è passato al 3-4-3) cercava e trovava il senso verticale delle proprie idee; anzi, Dragowski ha evitato altri due cattivi pensieri su Barrow e Soriano. I gol viola, invece, sono arrivati tramite un rigore (botta da 40 metri di Pulgar “parata” da Soumaoro), una soluzione studiata (cross di Venuti, Bonaventura brucia Svanberg) e un’uscita sbagliata di Skorupski. Poco ma bastante insomma. La morale è sempre quella: i viola avrebbero tutto per vivere fuori da una classifica ancora tremebonda e inspiegabile. Invece…

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