“Economicamente Andrea ha fatto dei miracoli. La domanda che gli faccio è: dove sta il divertimento in tutto questo? E dico che è arrivato il momento di contarsi e di vedere davvero se questa situazione dipende da pochi tifosi o se la città la pensa in questo modo e poi di conseguenza prendere le dovute decisioni”. Le parole di Diego Della Valle al Corriere della Sera hanno riacceso l’aspro dibattito a Firenze. Una discussione fatta di divisioni, di fazioni, sulla classica e inflazionata scia di Guelfi e Ghibellini. Pro e contro Della Valle, chi è fermamente schierato verso una cessione della società, chi invece crede che la proprietà debba rimanere al suo posto. Pur rilanciando.
Già, perché l’unico comun denominatore è la tristezza diffusa per questa stagione. Un’annata sull’onda della mediocrità, figlia di tanti e diversi errori. Scelte sbagliate, dall’allenatore ai giocatori, fino al mercato e alla stessa proprietà. Tutti nel calderone. Ma la divisione tra i tifosi è netta. E ha radici profonde, tra chi in fondo non ha mai amato/accettato i Della Valle, chi è rimasto disilluso da promesse e ‘progetti‘, chi invece crede che da una proprietà solida si possa sempre ripartire (nel mezzo, anche i tempi moderni, con attacchi e controattacchi, critiche a tutto e tutti a suon di social e non solo). Fu così prima di Prandelli, dopo Prandelli, dopo Mihajlovic-Delio Rossi, dopo Montella. Come situazioni che ciclicamente ritornano. Certo è che il ‘tutti contro tutti’ alla lunga è deleterio per la stessa Fiorentina.
Altro che l’unità invocata da più parti. Contro la Lazio, settimana scorsa, al Franchi si è assistito a contestazione, contro-contestazione e contro-contro-contestazione. In pratica, chi cantava ‘Via i Della Valle’, chi fischiava quelli che cantavano, e chi fischiava quelli che fischiavano. E dopo la disfatta napoletana, che ‘finalmente‘ ha fermato l’agonia di rincorsa con l’addio certificato all’Europa League, le parole di Diego Della Valle che riaccendono il tutti contro tutti. Nel giro di due settimane, hanno parlato Patron (ADV), Presidente Esecutivo (Cognigni) e proprietario (DDV). Senza che ci fosse una linea comune.
“Ho tanto da dire ai nostri cari tifosi. È una minoranza dei tifosi che sta avendo questi atteggiamenti, soprattutto nei miei confronti. Negli anni abbiamo fatto degli errori, ma a tal punto da avere un ambiente così a Firenze… mi lascia veramente con tanta amarezza, solo la passione mi fa andare avanti. Questo loro atteggiamento mi sta prendendo in contropiede. Non lo capisco proprio. Io le critiche costruttive le ho sempre accettate in questi anni, ma vedo una logica adesso che non capisco, va oltre. Ci devo pensare un attimo”, disse Andrea Della Valle dopo la mini-contestazione a Sassuolo.
“Non abbandoneremo questa nave. Entro un mese spiegheremo quali sono i nostri obiettivi. Una società come la Fiorentina ha la necessità di avere una squadra vera. E creare unità d’intenti per poter andare oltre le nostre possibilità”, le parole della scorsa settimana di Mario Cognigni.
Tra voglia di non abbandonare la nave a ‘doverci pensare’, fino al ‘fare la conta’ tra i tifosi. Il rimanere spiazzati da una situazione palese da tempo a Firenze, così come avvenne un anno e mezzo fa (gennaio 2016) sempre al Franchi dopo il ko contro la Lazio (con una decina di tifosi che urlò ad ADV fuori dallo stadio). Con la squadra a giocarsi il primo posto. L’ipotesi di cessione mai smentita chiaramente, le voci che si rincorrono, la spinta di chi vorrebbe che i Della Valle lasciassero Firenze. Sullo sfondo un ‘incontro chiarificatore con la città’. Annunciato prima da Andrea Della Valle, poi da Cognigni. Un confronto per capire le basi su cui (se e come) ripartire, magari per parlare davvero con chiarezza ai tifosi. Alla fine questo chiede la piazza, questo chiede una città passionale come Firenze. Che nei mesi ha perso anche la voglia di vedere la sua squadra. Con tanti posti vuoti allo stadio, ma non solo.
Tanti piccoli grandi episodi gestiti malamente. E domenica (per fortuna) si chiude quest’annata. Senza rinchiudersi in nuovi “pensiamo al presente e all’Europa”. Da capire se ADV tornerà a Firenze per la partita, e la reazione del pubblico a tutta questa situazione. Certo che un nuovo faccia a faccia aperto, con contestazione personale ad ADV, potrebbe inasprire il tutto. In giorni di ‘conta dei tifosi‘, di volontà di capire quanto conti questa ‘minoranza‘, l’ultimo atto di questa mediocre e triste stagione potrebbe essere un altro snodo importante.
Di
Marco Pecorini