Il merito di questa trasformazione viola va in buona parte a Cesare Prandelli. Da Ribery ad Amrabat e Borja, fino a Vlahovic
Nella notte di Torino è nato qualcosa di diverso per la Fiorentina, scrive la Gazzetta Dello Sport. Qualcosa di intrigante. E il merito di questa trasformazione va in buona parte a Cesare Prandelli.
TRE NOVITA’. Il lavoro del nuovo tecnico viola ha portato tre decisive novità. La prima riguarda l’esplosione di Vlahovic. Prandelli Non ha avuto dubbi nel puntare su Dusan. E ha continuato a difenderlo anche dopo le prime esibizioni negative. Senza mai vacillare. Regalando una forza incredibile al gioiello serbo. Il risultato? Tre gol nelle ultime tre partite.
Poi Prandelli ha chiesto una mano a tre giocatori nati leader e cioè Pezzella, Ribery e nella sfida contro la Juve anche a Borja Valero. Il tecnico viola aveva bisogno della loro classe e della loro personalità. Con Pezzella il feeling è scattato immediato («con quattro Pezzella lotterei per la zona Champions» ha detto in una delle sue prime interviste); a Borja lo lega l’idea di un calcio di qualità, di controllo, di eleganza. Certo, lo spagnolo non è più un ragazzino. Ma ha una testa pensante unica. Infine Ribery. Un genio da recuperare. Prima di tutto dal punto di vista psicologico. Quando il francese dopo il pareggio contro il Sassuolo gli ha chiesto di poter evitare il ritiro per stare in famiglia lui ha subito invitato la società ad accontentarlo. E un attimo dopo Prandelli ha mandato a casa anche il resto della squadra. Così si crea un patto di ferro tra tecnico e spogliatoio. Così ha recuperato un Ribery che nel primo tempo ha fatto impazzire la Juve.
L’ultima mossa vincente di Cesare è di recuperare Amrabat portandolo nel mezzo del gioco, libero con il doppio compito di proteggere la difesa e di andare a caccia di palloni. Regista di nome ma non di fatto. Uomo ovunque, come era nell’Hellas Verona.

Di
Redazione LaViola.it