Editoriali

L’attesa prosegue, in vista battaglia club-tv. Il 20 giugno ultima data utile per ripartire

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Tutti fermi in attesa di capire se, almeno, gli atleti potranno allenarsi da soli al centro sportivo. 20 giugno ultima data utile per ripartire, altrimenti salta tutto

Immaginare come andrà a finire il teatrino messo in piedi dal sistema calcio non è esercizio semplice. Pochissime certezze, l’unica è che a decidere l’eventuale ripartenza sarà il Governo. La Lega Serie A continua a premere sull’acceleratore, spinta da quasi tutte le squadre (non da tutte), per motivi prettamente economici. C’è chi dice che bisogna tornare in campo per fare compagnia ai cittadini/tifosi e per regalargli qualche ora spensierata, ma la verità è che se il carrozzone non va avanti, qualcuno rischia di andare a gambe all’aria.

Perdonate la franchezza. E’ tutta una questione, fondamentalmente, di diritti tv. La battaglia, da questo punto di vista, è solo all’inizio. Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare l’ultima tranche dei pagamenti da parte dei broadcast televisivi (milioni e milioni di euro), vera e propria linfa vitale per tantissimi club di Serie A, che di fatto hanno già speso ed impegnato quei soldi. Il problema è che le televisioni, a secco di eventi da due mesi e ormai infarcite quotidianamente di repliche, non pagheranno. I club di Serie A sono già pronti alla battaglia legale, forti di un contratto di ferro. I vertici dello sport italiano spingono per una negoziazione, che andrebbe bene alle televisioni, ma non alle società, che nel giro di pochissimi giorni si aspettano il bonifico sul conto in banca.

Situazione paradossale, in attesa di capire se e come si ripartirà. La Lega Serie A si affanna a fare riunioni in call conference per trovare soluzioni, date, alternative. L’obiettivo di ripartire il 2 giugno è sfumato con l’ultimo decreto emesso dal Governo, adesso si punta a tornare in campo il 13 giugno, o al massimo il 20, ma sacrificando la Coppa Italia. La Uefa è stata chiara: andare oltre la data del 2 agosto non si può. Siamo veramente alla deadline, adesso deve scivolare via tutto come l’olio, al minimo inghippo salta il campionato.

L’ottimismo, rispetto a qualche giorno fa, è leggermente risalito. Ma contestualmente si è perso di vista il vero problema del calcio italiano: le categorie inferiori. Giustamente si tratta di un lavoro per tutti i calciatori, come si affrettano a dire ai piani alti. Si, ma a maggior ragione lo è per giocatori di Serie B e C, che ormai sembrano dimenticati. Impossibile ipotizzare una loro ripartenza, al netto del protocollo presentato di recente. Si lavora per modificarlo, probabilmente domani andrà in scena una riunione con il comitato tecnico scientifico per modificarne alcuni punti. Ma per far tornare in campo la B e la C, i paletti dovrebbero essere molto più larghi.

In tutto questo c’è anche la Fiorentina, che aspetta anche lei di capire quale sarà il suo destino. Commisso, Pradè e Barone lavorano da giorni per la prossima stagione. L’obiettivo del club viola è salvaguardare la stagione ventura, perché dovrà essere quella del ritorno in Europa. Ad oggi è ancora molto difficile parlare di calcio giocato, ma in città c’è voglia di tornare a respirare l’entusiasmo che aveva generato l’arrivo di Commisso.

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