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L’asse portante senza continuità: dal portiere al centravanti, la Fiorentina cambia sempre

Portiere, difensore centrale, regista e attaccante: per la Fiorentina poca continuità sul mercato. Tanti cambi da una stagione all’altra

Portiere, difensore centrale, regista, centravanti. Sono questi, da che calcio è calcio, ruoli e giocatori che (almeno in teoria) dovrebbero rappresentare l’asse portante di una squadra. Basta partire da lì, per esser più o meno sicuri di aver messo su un gruppo competitivo. Certo, se poi queste fondamenta fossero mantenute nel tempo, sarebbe ancora più semplice costruirci sopra un bel palazzo. E invece, da questo punto di vista, la Fiorentina negli ultimi anni è (quasi) sempre ripartita da zero. Così scrive il Corriere Fiorentino.

SENZA CONTINUITA’. Vale per il centravanti (da Vlahovic a Cabral o Jovic fino a Beltran e Nzola) come per il centrocampista centrale (da Pulgar ad Amrabat, passando per Torreira fino ad arrivare ad Arthur) ma anche e soprattutto per il portiere. Nell’era Commisso infatti, le porte viola sono state a dir poco girevoli. In entrata, e in uscita. Basta pensare a Lafont (ceduto dalla nuova gestione senza averlo nemmeno provato), a Dragowski, a Terracciano (arrivato per fare il secondo al polacco e diventato negli anni il più titolare di tutti), a Gollini, a Sirigu e all’ultimo della lista: Oliver Christensen.

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