Dopo due anni e mezzo passati a fare il vice, a Empoli ha convinto la Fiorentina a dargli la maglia da titolare. Deve essere l’anno del Drago
Mentre secondo il calendario cinese il prossimo anno del Drago sarà solamente nel 2024, dalle parti di Firenze lo dovrà essere quello sportivo 2019-20. Bartłomiej Drągowski, infatti, si è preso in un colpo solo la maglia titolare della Fiorentina scalzando Alban Lafont e i suoi 8,5 milioni di euro che un anno fa Corvino aveva investito per portarlo a Firenze, ha convinto i dirigenti viola a mandare in prestito il francese, si è preso un adeguamento di ingaggio che lo porta dai poco di 200 mila agli 800 mila euro più bonus, netti, e si candida al ruolo di vice Szczęsny al prossimo europeo con la Polonia. Per una sua conferma Pradé ha anche abbandonato la pista che portava ad un ritorno di Emiliano Viviano in viola.
Mentre tutto quanto sopra lo ha praticamente già fatto, l’essere protagonista con la maglia della sua nazionale è cosa ancora tutta da conquistare. E potrà aspirare a questo solo passando da un’ottima stagione con la maglia della Fiorentina. Le premesse ci sono tutte. Il polacco riparte infatti da una seconda metà di stagione molto importante, a Empoli. Copertine, record di interventi decisivi, e percorso di maturazione pressoché completato. Ma a Empoli, diranno i più. D’altronde a Firenze, quando è stato chiamato in causa, non ha mai convinto del tutto. Anzi. Per lui 9 apparizioni in maglia gigliata, tutt’altro che sufficienti. Ci ricordiamo tutti la brutta prova contro il Milan del maggio 2018, così come quel 3-4 con la Lazio in cui sbagliò diversi interventi. Ma come tutti gli addetti ai lavori dicono: per un portiere è fondamentale giocare con continuità. Solo così può crescere. Neto dei tempi di Firenze ne è la riprova. A patto di crescere. Perché Lafont, ad esempio, dopo un anno da titolare non ha mai mostrato segnali di crescita nei suoi punti deboli.
Dragowski, invece, a Empoli, giocando con costanza è migliorato tantissimo. Per conferme chiedere all’Inter che all’ultima giornata impattò a ripetizione contro il polacco, o all’Atalanta che tirò in porta più di 20 volte trovando sempre Dragowski a dire di no. O a Vlahovic, che ha dovuto rimandare l’appuntamento col primo gol in A nello scorso finale di stagione proprio a causa sua. E adesso, Bartłomiej dovrà mostrare tali miglioramenti anche alla Fiorentina, dove le pressioni saranno diverse rispetto a quelle empolesi, e dove molti si aspettano da lui certezze e conferme. Via, dunque, all’anno del Drago. Dopo aver fatto il vice per due anni e mezzo, ed aver visto giocare da titolari prima Tatarusanu, poi Sportiello, e quindi anche Lafont, la numero 1 è tutta per lui.
Di
Gianluca Bigiotti