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Editoriali

L’anima viola e quella voglia di non mollare. Mercato in & out, tra rinforzi e ‘mal di pancia’

Chi vuole giocare di più, la necessità di alimentare il sogno Champions. Questa Fiorentina vuol continuare a giocarsela con le grandi

In quella girata al volo di Sottil, in quel pallone conteso a centro area da Kean, in quel cross insidioso di Beltran, c’è tutta l’anima della Fiorentina. L’anima di una squadra che non vuole mollare mai, che spinge e crede sempre di poter rimettere in piedi una partita quando il risultato è negativo. Al di là di mancanze tecniche, accorgimenti tattici su cui doversi poi soffermare. Si chiama cuore, grinta, determinazione. Resilienza. “Non abbiamo fenomeni, ma abbiamo una squadra forte”: ha ragione Adli, anche quando dice che “non possiamo accontentarci di un pareggio, gioco sempre per vincere”. Ma il punto di Torino contro la Juvemorale, autostima, consapevolezza.

CON LE GRANDI. Consapevolezza di potersela giocare anche contro una squadra che era stata costruita per giocarsi lo Scudetto. Una squadra, quella di Motta, che pure ieri, a detta di molti, ha messo insieme una delle migliori prestazioni stagionali. Ecco, contro questa Juve, la Fiorentina è riuscita a non perdere. Segnale importante. Contro le formazioni che ai nastri di partenza erano candidate ai posti europei, la Fiorentina ha raccolto 10 punti in 6 partite, perdendo solo contro Atalanta e Bologna. Insomma, se già i 32 punti in 17 partite certificano l’ottimo percorso, da provare a coronare al meglio contro il Napoli per chiudere il girone d’andata, anche gli scontri diretti dicono che questa Viola è stata praticamente sempre all’altezza.

RESILIENZA. La Fiorentina ha ripreso la Juve, così come aveva ripreso nel finale il Vitoria Guimaraes 10 giorni prima, o come era avvenuto a San Gallo, o ancora nella gara spartiacque contro la Lazio, oppure con Monza, Puskas e Parma ad inizio stagione. Cuore e carattere sono insiti in questa squadra. Ora andrà messo a posto anche altro, tipo un equilibrio da ritrovare, combinazioni offensive da affinare (il famoso “egoismo” tirato fuori da Palladino settimana scorsa), giocatori da rimettere in condizione (Gudmundsson su tutti).

APPETIBILE. Ma con la chiusura d’anno inizia a farsi spazio anche il mercato di gennaio. Idee che la società ha portato avanti nelle ultime settimane, e che ora dovrà arrivare a concretizzare. Una sessione difficile, quella invernale, dove spesso non contano solo i soldi (con il presidente Commisso che si era già detto pronto ad investire). Conteranno le idee giuste, così come l’appetibilità e l’attendibilità di un progetto che ora può attirare anche giocatori ambiziosi e/o da piazze importanti. Si è capito, insomma, che in questo ambiente, in questa Fiorentina, con questo allenatore, c’è la possibilità di crescere, rilanciarsi, esplodere. Vedi Kean, De Gea, Adli, Gosens, Cataldi, Bove finché ha potuto esprimersi sul campo.

CHI VUOLE GIOCARE. Poi c’è l’altra faccia della medaglia, quella di chi è stato ‘penalizzato’ dalle scelte di Palladino. Biraghi ha già un piede fuori dalla Fiorentina, l’addio sarà concretizzato con 6 mesi d’anticipo rispetto alla fine del contratto in essere. Quarta è ormai ad un passo dal ritorno al River Plate. Due senatori, capitano e vice-capitano, pronti a salutare perché non più titolarissimi. “Chi ha bisogno di andare a giocare, è giusto che vada. Io li terrei tutti perché li amo tutti, ma se c’è da puntellare la società sa cosa fare”, ha commentato Palladino. “Sono un giocatore della Fiorentina e sono sempre a disposizione della squadra. Mi fa piacere giocare, ma ovviamente mi dispiace quando non gioco”, ha specificato Parisi, uno di quelli che ha mercato (vedi Como) e che si deve giocare il posto con Gosens che è stato titolarissimo in campionato fino a Torino. Ma Palladino ha dimostrato fiducia in lui anche contro la Juve, e il terzino è parso in crescita nelle ultime uscite.

IN & OUT. La lista di chi potrebbe partire del resto è discretamente lunga. E coinvolge anche Terracciano (che si gioca il posto di dodicesimo con Martinelli), Kayode (briciole di minutaggio dietro a Dodo), Ikoné e Kouame in caso di offerte concrete vicine alla doppia cifra. Oltre a Moreno (impiegato solo in Conference, sporadicamente), mentre su Pongracic (che guadagna una cifra vicina ai 2 milioni) bisognerà capire se e quando potrà dare un contributo a questa squadra. Va da sé che potrebbe quindi essere un gennaio abbastanza movimentato. Arriverà Valentini, che però è rimasto fermo nell’ultimo anno e dovrà essere inserito nel calcio italiano. Folorunsho è il profilo su cui la Fiorentina sta spingendo per il centrocampo, piace già dall’estate, è fuori dal progetto del Napoli e può fare più ruoli in mezzo al campo. Fazzini e Frendrup, di contro, si allontanano, mentre i viola farà qualcosa anche sugli esterni offensivi e in attacco, forse anche in difesa. Ma dipenderà, appunto, dalle cessioni. Dalle opportunità di mercato. L’ultima idea porta a Luiz Henrique del Botafogo: servirebbe un investimento importante, ma sarebbe un giocatore che alzerebbe parecchio il livello davanti. Mancino, rapido, tecnico: tanta roba. Di sicuro a gennaio si capiranno anche le ambizioni di una società che aveva già programmato bene in estate ma che ora è chiamata a completare il processo di cambiamento. E ad alimentare una classifica che, al tramonto del girone di andata, è tornata a vedere la Fiorentina in zona Champions.

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