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L’angolo di Catto – Le due soluzioni tattiche per la Fiorentina di Italiano

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Alessandro Catto prova ad analizzare quali potrebbero essere due soluzioni tattiche che aiuterebbero la Fiorentina a risolvere la propria crisi

Difficile parlare solo di tattica e sistemi di gioco dopo le ultime partite della Fiorentina, che hanno mostrato tante altre lacune, dalla condizione atletica alla mentalità. Vero però che dalle difficoltà del campo si esce con il lavoro, avendo il coraggio di mettere in discussione meccanismi che fino a qualche mese fa fornivano certezze granitiche, ma con una squadra diversa.

La questione esterni a dire il vero certezze non ne offriva nemmeno lo scorso anno, guardando lo scarso score dei nostri laterali offensivi; ne offriva di più il centrocampo, ma la gestione dell’operazione Torreira le ha quasi tutte rimosse. Sono proprio questi i due ambiti da cui ripartire e cambiare quanto visto finora.

Comincio dagli esterni, a cui da una stagione e sei giornate vediamo svolgere quasi solamente il castrante ruolo di intercapedini per la sovrapposizione del terzino, in un gioco prevedibilissimo che porta al solito cross preda dei centrali avversari, gioco che li costringe ad un ruolo marginale e praticamente confinato sulla linea del fallo laterale. Viene da chiedersi come sia possibile ritenere attaccanti dei giocatori così esterni alla manovra, quasi mai visibili in area di rigore e sempre ritagliati al contorno della stessa, riempiti di informazioni e microcompiti nonché oggetto di riprese a gara in corso.

Un ruolo da semplificare e avvicinare alla porta, per riempire l’area di rigore e soprattutto permettere ai vari Gonzalez, Sottil ma anche Ikoné e Kouame di dare spazio alla loro inventiva, senza limitarli con eccessivi garbugli. Ad oggi, proprio per questo, pare di giocare più con un 4-5-1 che con un 4-3-3, proprio per la marginalità degli attori protagonisti. Basti vedere il destino di Nico e Kouame, che nelle prime partite, probabilmente per loro iniziative, riuscivano ad avere un impatto molto più diretto sulla gara, ricondotto poi all’anonimato della bandierina d’angolo e della sovrapposizione.

Passiamo poi al centrocampo; qui il problema principale è l’assenza di una regia che permetta la verticalizzazione per vie centrali, nonché la prevedibilità e la poca qualità in rapidità. Amrabat è un ottimo mediano ma un regista spartano, Mandragora non pare ad oggi un giocatore meritevole di titolarità. Una strada tortuosa potrebbe essere quella di costruire una regia dinamica che coinvolga più giocatori, ma ciò richiede tempo, allenamenti e non vi è alcuna certezza nella riuscita. Non è un caso del resto che ad oggi la manovra abbia nei cross di Biraghi nell’area sguarnita il suo culmine più frequente: proprio perché per vie centrali spesso non c’è modo di avanzare.

L’unica via è quella di fare di un nostro minus un pregio: abbiamo un giocatore come Barak che deve essere utilizzato quale rifinitore e uno come Zurkowski che può essere la mezzala di dinamismo, strappo e movimento capace di far svoltare il nostro centrocampo. Un giocatore capace di progredire col pallone tra i piedi con più energia ed efficacia di tutte le altre nostre mezzali, di attirare marcatori avversari, di fornire verticalità e vedere la porta al tiro, che se affiancato a Barak può aumentare l’imprevedibilità delle nostre azioni centrali. A Szymon e Antonin oltretutto basterebbe interpretare il ruolo così come lo hanno svolto nelle loro ex squadre la scorsa stagione, senza particolari correttivi e necessità di allenamenti: mezzala da incursione il primo, rifinitore e stoccatore il secondo, con il pregio di apportare, se parliamo del polacco, sicuramente più fame, dinamismo e verticalità, puntando su di un nostro giovane e in generale su di un centrocampo meno orizzontale, più fisico, atto al tiro, meno lento e prevedibile, con più gol e assist nelle gambe, più dritto per dritto, utile anche in fase di pressing e ripiego.

Due correttivi per i quali non serve mercato, non servono allenamenti bensì una semplificazione, forse decisiva e sicuramente più moderna: avvicinare gli esterni alla porta e sgravarli di tanti, troppi compiti tattici nonché puntare su di un centrocampo Amrabat-Barak-Zurkowski!

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