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Rassegna Stampa

L’analisi tattica: Sinisa vince sulle ripartenze. Kalinic solo, con Baba si crea il 2 vs 2 in area

Analisi tattica di Torino-Fiorentina con Adriano Bacconi su Tuttosport.

Una partita ad alta intensità, come piace a Mihajlovic. La squadra non cambia atteggiamento passando dalla Roma alla Fiorentina. Il 4-3-3 è sempre compatto, sia quando la squadra è alta a impedire le uscite da dietro dei viola, sia quando si abbassa, retrocedendo sotto la linea della palla con tutti i suoi effettivi. Anzi proprio sulle riconquiste a metà campo la squadra esprime i valori maggiori. Le due catene laterali annichiliscono l’avversario con ripartenze verticali per quasi tutto il primo tempo e sempre con i giusti sincronismi: Iago Falqué “dentro”, Zappacosta “fuori” a destra, idem a sinistra con Boyé e Barreca. Il gol che spacca la partita porta questo marchio di fabbrica. Le tre linee granata coprono bene il campo togliendo opzioni di passaggio a B. Valero che è costretto al retropassaggio. Capisce tutto Iago Falque che anticipa Salcedo poi accelera puntando dritto la porta e tirando con lucidità sul secondo palo.
La solitudine di Kalinic
La Fiorentina oltre all’aggressività del Torino soffre anche di limiti propri: l’assenza di Rodriguez nell’inizio azione, la crisi mistica di Borja Valero, la staticità di Ilicic, la solitudine di Kalinic in area di rigore. Subìto il gol prova a reagire puntando sulla grinta di Sanchez e la tecnica di Bernardeschi ma è troppo poco. Il centrocampista colombiano non è aiutato da Badelj e alla fine va in tilt, il nazionale azzurro ha il compito di dare ampiezza per cui, defilato a destra, è lontano dai flussi di gioco principali. Nell’intervallo Sousa prova ad aumentare il peso offensivo con Zarate ma il canovaccio non cambia. L’argentino gira alla larga dell’area di rigore e Kalinic continua a rimanere l’unico terminale offensivo.
Toro alto nella ripresa
Il Torino anche nella ripresa tiene alto il pressing. Belotti bracca Salcedo costringendolo all’errore. Sul successivo fallo laterale vengono fuori tutte le magagne del dispositivo difensivo viola. Il blocco centrale è posizionato zona palla ma troppo fermo. Non pressa Valdifiori, non marca Falque che può ricevere dal compagno indisturbato. Sul lato opposto Benassi ha già acceso il radar e percepito dove buttarsi mentre Tomovic dorme sonni tranquilli, inutilmente largo a destra. Lo “scavino” dell’ex romanista ha i giri giusti. Benassi controlla in solitudine e beffa Tatarusanu infilandolo sul primo palo.
Il doppio attaccante
Il 2-0 non chiude la sfida. I mister preparano le mosse successive. Quella importante è di Sousa che al 68’ toglie Bernardeschi per Babacar. Un cambio che permette ai viola di creare il “due contro due” in area. Valero dirottato a destra e Milic sull’out mancino cominciano a buttare la palla dentro senza tanti fronzoli e a 5’ dal termine trovano l’inzuccata vincente proprio di Babacar, mettendo in evidenza alcuni limiti della coppia centrale granata. Il Toro si spaventa e negli ultimi minuti fa quello che avrebbe dovuto fare molto prima. Tenere la palla e gestire il vantaggio senza andare dissennatamente alla ricerca del terzo gol. Belotti, non brillante come nelle gare precedenti, è il primo a dare l’esempio rinunciando ad un cross al 90’ pur di guadagnarsi una preziosa serie di angoli e andando in pieno recupero a conquistarsi una preziosa punizione in difesa.

tuttosport

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