Castrovilli continua a non esprimersi a propri livelli. Involuto rispetto ad inizio stagione e all’anno scorso. Prandelli lavora anche per ritrovare il miglior Gaetano per risalire la china
Dalla doppietta con l’Udinese in poi, Gaetano Castrovilli ha faticato, e non poco, a racimolare sufficienze in pagella. Pochi i lampi del 10 viola, emblema, assieme a Ribery, di una involuzione collettiva che ha visto la Fiorentina precipitare nei bassifondi della classifica. Con annesse grandi difficoltà per tirarsi fuori da tale situazione.
DUE MESI FA. Ad oggi, Castrovilli, è ancora il capocannoniere della Fiorentina con 4 centri. L’ultimo acuto, tuttavia, risale proprio all’ultima vittoria in Serie A dei suoi, il 25 ottobre, quasi due mesi fa, contro l’Udinese. Da lì in avanti si sono susseguite prestazioni insufficienti, difficoltà varie e tanto nervosismo.
FALLACCI E INCOMPRENSIONI. A Roma venne sostituito da Iachini all’intervallo dopo aver rischiato un rosso per una gomitata gratuita, mentre con Milan e Sassuolo si è reso protagonista di altri due fallacci di frustrazione da cartellino arancione, con una spruzzata di nervosismo social per qualche critica di troppo che aveva bissato il gesto del ‘troppe chiacchiere’ fatto con la mano dopo un gol ai friulani. Il tutto intervallato da incomprensioni con i compagni, come con quel dialogo con Ribery a Parma dopo l’ennesimo passaggio del francese caduto nel vuoto, passando per la quasi trasparenza tecnica decisamente atipica per il potenziale che aveva mostrato lo stesso Castrovilli. Un lampo all’Olimpico, in avvio di gara, un tiro da fuori col Parma e quello di ieri col Sassuolo, con nel mezzo un cambio di allenatore che, almeno per il momento, non ha provocato in Castrovilli quella scintilla sperata.
CERCASI MIGLIOR GAETANO. Di certo le botte prese dagli avversari di turno non lo hanno aiutato, ma che questo Castrovilli sia lontano dai livelli del dieci visto ad inizio stagione, e l’anno scorso, è fin troppo evidente. Da qui la voglia da parte di Cesare Prandelli di ricercare quello stesso Castrovilli che l’anno scorso lasciava sul posto avversari in serie, facendolo muovendosi in verticale a differenza di molti colleghi centrocampisti, e di tornare a far brillare una stellina che quest’anno si gioca anche la chance di guadagnarsi una maglia per l’Europeo.
NAZIONALE. Tutti, da Montella a Iachini passando per il Ct dell’Italia Mancini gli avevano chiesto di fare uno step in avanti alla voce conclusioni in porta. E in avvio di stagione c’erano tutte le premesse per poter dire di aver compiuto un passo in avanti sotto questo aspetto con gol a ripetezione. Salvo poi non riuscire più ad esprimersi a tali livelli. Sia come partecipazione al gioco, che a livello di incisività offensiva, ma anche scomparendo troppo spesso dal fulcro della manovra viola. Condendo il tutto con gesti di plateale frustrazione per non riuscire a fare ciò che aveva dimostrato di saper fare con fin quasi troppa disarmante facilità al primo impatto con la Serie A.
CONFERMARSI. D’altronde era da mettere in conto. Il vero banco di prova per Castrovilli era questa stagione. Confermarsi è da sempre più difficile che emergere. Soprattutto a livello mentale, piuttosto che a livello tecnico. Ed è anche su questo che il tecnico viola sta lavorando. Ritrovare il miglior Castrovilli serve a Prandelli così come alla Fiorentina, ma anche allo stesso numero dieci viola. Il treno azzurro, con cui Castrovilli ha già più di un conto in sospeso dopo le recenti sfighe (infortuni, bolle e protocolli vari), è lì ad attenderlo. Ma per poterci salire sopra deve fare un salto di qualità con la maglia della Fiorentina. O meglio ritrovare il Castrovilli visto qualche mese fa e l’anno scorso.
Di
Gianluca Bigiotti