Da Kouame a Kokorin, in tanti rischiano di restar fuori dalle liste Serie A/Uefa e vanno ceduti. Dietro tutto ruota intorno a Milenkovic, in attesa di una svolta (in un senso o nell’altro)
Tre acquisti in tempi (quasi) record, un arrivo in chiusura di ritiro a Moena e ultimi colpi in entrata da rimandare probabilmente ad agosto inoltrato. Con la ‘partita’ Milenkovic ancora da giocare. Così la Fiorentina è arrivata al giro di boa del pre-campionato, con Italiano che si è detto molto soddisfatto del lavoro svolto dai suoi in val di Fassa. La base di lavoro della scorsa stagione era ottima, i primi arrivi (Gollini, Mandragora e Jovic) hanno potuto subito iniziare ad inserirsi nel contesto di gioco e anche l’impatto con le prime amichevoli è stato importante. Non tanto a livello di risultati, quello conta poco di questi tempi, quanto per atteggiamento e principi di gioco. La Fiorentina è ripartita subito bene.
CHI FA SPAZIO? Ora la missione è mettere nelle migliori condizioni fisiche, il prima possibile, Dodô, che dopo il rientro dal viaggio-lampo in Brasile (per motivi burocratici) avrà meno di 20 giorni per entrare in forma (non gioca una gara ufficiale da metà dicembre). Nel frattempo, ovviamente, la Fiorentina dovrà risolvere la questione extracomunitari per far scendere in campo in gare ufficiali il brasiliano. Il primo indiziato alla cessione all’estero è Pulgar, per il quale però la situazione con il Flamengo (così come le altre piste) non si è sbloccata. Stessa cosa Kokorin, giocatore che ha iniziato in ritardo la preparazione causa Covid e difficile da piazzare per il lungo e oneroso contratto (oltre che per la lontananza dal campo negli ultimi anni). Novità potrebbero in realtà arrivare da Nastasic e Terzic: il primo non ha convinto lo scorso anno (ha avuto anche diversi problemi fisici) ed è legato alle manovre di Ramadani, il secondo – pur elogiato da Italiano a Moena – potrebbe non restare come vice-Biraghi. E il fatto che la Fiorentina abbia aggregato ‘in corsa’ in ritiro anche Ranieri potrebbe essere un indizio in questo senso. Vedremo. Anche Milenkovic (che merita un capitolo a parte) potrebbe liberare un posto se ceduto all’estero, mentre per Igor la Fiorentina ha fatto muro all’offerta del Rennes.
UNA DECINA DA CEDERE. Ne esce un quadro, comunque, di un mercato che deve ancora entrare nel vivo. Quello delle cessioni, più o meno pesanti. Perché la Fiorentina ha sì fatto una decina di operazioni in uscita, ma soprattutto riguardanti i giovani (da Spalluto a Ghilardi, da Montiel a Lovisa, fino al trio Dutu-Niccolò Pierozzi-Agostinelli andato alla Reggina). Mentre diversi sono ancora i giocatori a cui trovare squadra, anche dopo la valutazione di Italiano in ritiro. Non solo Dragowski e Pulgar, non convocati per la preparazione (al pari di Ferrarini), ma anche Kouame, Benassi, Kokorin, almeno uno tra Nastasic e Rasmussen, forse appunto Terzic (o Ranieri), i giovani Gori e Cerofolini più Toci. Insomma, un’altra decina di giocatori in uscita, per un totale di circa 11-12 milioni lordi di stipendi che ancora pesano sul monte ingaggi.
RISCHIO DI NON POTER GIOCARE. Non tutti questi hanno grande mercato, anzi, ma in viola rischierebbero di restare fuori dalle liste Serie A/Uefa. Si era parlato a lungo di un terzo centravanti, specie in caso di passaggio del playoff di Conference, ma ad ora né Kouame né Kokorin, ad esempio, potrebbero rientrare in quest’ottica perché andrebbero a togliere un posto ai 17 ‘slot liberi’ (il primo sarebbe anche un ‘cresciuto in un vivaio italiano’, ma la Fiorentina supera già i 4 slot), al momento tutti occupati dai due giocatori per ruolo. Così come Italiano non potrebbe tenere un jolly come Benassi. E se Castrovilli comunque potrebbe rimanere fuori ora per essere inserito a gennaio, una mano potrebbe darla proprio l’eventuale conferma di Ranieri a scapito di Terzic. La stessa ‘mezzala di qualità’, poi, potrebbe entrare solo con l’uscita di un altro giocatore (verosimilmente un centrocampista, cioè Zurkowski). Un gioco ad incastri.
IL PRESSING DI ITALIANO. Mentre, a proposito di incastri, dietro tutto ruota intorno a Milenkovic. Già Barone era stato chiaro (“Io farò di tutto per tenerlo. Nikola e tutto il suo entourage sanno che noi lo vogliamo qui. E’ un giocatore importante per il futuro della Fiorentina“), Italiano ha aggiunto il carico al momento di salutare Moena: “Mi auguro che sia ancora un calciatore della Fiorentina. Entrare in maniera così prepotente e netta e riuscire a cambiare il suo pensiero calcistico significa grande volontà e professionalità. Se c’è uno che fa a pieno quello che chiedo questo è Nikola. Ha cambiato totalmente il suo pensiero e l’approccio alle partite. Lavorare su altri calciatori presupporrebbe tempo, volontà e tante cose. Stiamo parlando di un giocatore di livello altissimo, che andrà a fare il Mondiale“. Insomma, un pilastro per questa Fiorentina. A 20 giorni dall’inizio del campionato sarebbe dura andare a sostituirlo. E l’impressione è che le cose per Inter e Juve, eventualmente, possano andare discretamente per le lunghe: i nerazzurri non hanno ricevuto offerte da 70 milioni per cedere Skriniar (e non vogliono spendere 15-20 milioni senza la cessione dello slovacco), i bianconeri, preso Bremer, hanno al momento altre priorità sul mercato.
FINO A CHE PUNTO? La domanda però è la seguente: fino a che punto la Fiorentina e Milenkovic aspetteranno l’evolversi del mercato, prima di prendere una strada definitiva? Dietro, è noto, c’è la promessa fatta un anno fa in sede di rinnovo annuale. Nel mezzo c’è un ragazzo, classe ’97, che ha sempre dato il massimo per questa maglia ed è stato anche capitano nelle ultime amichevoli. Non sta puntando i piedi per andarsene, anzi, il legame con Italiano e il gruppo è molto forte. In più, con Jovic e gli altri serbi ha un gran feeling, e la sua permanenza sarebbe importante anche per l’adattamento del centravanti arrivato dal Real Madrid. Altro fattore, il Mondiale: grazie alla continuità e alle prestazioni in viola Nikola si è guadagnato nel tempo un ruolo importante nella Serbia, cambiare squadra e metodi di lavoro ad agosto inoltrato, rischiando di non essere un titolarissimo come a Firenze, sarebbe un punto interrogativo anche per lui. Infine, appunto, a Firenze Milenkovic è uno dei leader, altrove ad ora è sempre stato considerato la seconda o terza scelta. Potrà contare tutto questo? Vedremo, possibilmente a breve. Dietro, ovviamente, la regia di Ramadani, con sguardi anche oltre. A Bajrami, ad esempio. Intrecci di mercato destinati ad allungarsi ancora.
Di
Marco Pecorini