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L’Alfabeto viola del 2023: da Arthur a Zona Champions, passando per Italiano e il Franchi
Un altro anno viola si è concluso, un 2023 da record per gol fatti e partite giocate, nonostante l’amarezza per le due finali perse. Ecco, su LaViola.it, l’Alfabeto viola del 2023.
A di Arthur. E Amrabat. Il cambio a centrocampo ha rivoluzionato la filosofia in mezzo. Dai muscoli del marocchino, che è voluto andar via a tutti i costi (finendo però in una situazione complicata allo United), alla qualità dell’ex Juve, che a Firenze si è ritrovato tornando ad alti livelli. Ma A anche di Arthur Cabral, perché i 12 gol nell’anno solare del brasiliano sono stati importanti sui tre fronti per i viola. Oltre a rappresentare una plusvalenza poi sul mercato, venduto a 25 milioni al Benfica.
B di Biraghi. Il capitano. Dalla fascia di Astori alzata al cielo, con la bandiera dei colori del calcio storico, alle belle scene di solidarietà a Campi a novembre. Dentro e fuori dal campo, Biraghi ha conquistato via via tanti scettici, anche se è andato meglio da gennaio a giugno che dall’estate in poi.
C di Commisso. L’anno delle scelte e delle rivincite di Rocco. Perché non bisogna dimenticarsi che in tanti a fine 2022/inizio 2023 chiedevano anche l’esonero di Italiano, ma il presidente ha sempre difeso il tecnico e un gruppo di lavoro che poi hanno portato un’annata di soddisfazioni nonostante le finali perse. Restano le parole forti, le “porcherie” su fischi e certi cori del Franchi, le provocazioni sui fiorentini che possono comprarsi la società, ma anche il risultato storico dell’inaugurazione del Viola Park (in cui ha mantenuto la parola sui cartellini e su chi può entrare e chi no) e una squadra che per il 2024 resta in corsa su tutti i fronti.
D di Duncan. Una delle grandi sorprese di questa stagione. Lo scorso anno più volte dietro nelle gerarchie, è diventato man mano indispensabile per Italiano nella coppia con Arthur. D anche di Dodo, aspettando di vederlo presto in campo dopo l’infortunio.
E di Europa. Perché la Fiorentina nel 2023 è tornata a divertirsi e a dettare spesso legge sui campi europei, fino alla sfortunata finale di Praga. Sarà ‘solo’ Conference, dirà qualcuno, ma raccontatelo ai tifosi che hanno seguito la squadra sui campi più disparati o al gruppo di Italiano. Quando c’è da rappresentare Firenze oltre i confini d’Italia il resto conta poco.
F di Finali. Già, il rovescio della medaglia. Coppa Italia e Conference, una stagione storica non coronata però da trofei per le sconfitte, entrambe di misura, contro Inter e West Ham. E così l’ultima gioia risale ancora al 2001, con la speranza di poter aggiornare presto la bacheca.
G di Gonzalez. Diciannove gol e 7 assist nel 2023, il miglior marcatore e spesso trascinatore della Fiorentina. Anima della squadra di Italiano, il nuovo 10.
H di “Ho un sogno nel cassetto… Lo vedremo mai il terzo scudetto?”, recitava a grandi linee un vecchio striscione poi trasformato in maglia. Scudetto lontanissimo, ma la voglia di alzare un trofeo al cielo è tanta. Dopo la doppia amara finale della scorsa stagione, ora la Fiorentina è tornata a correre e non vuole fermarsi. Chissà…
I di Italiano. Il grande artefice della crescita della Fiorentina. L’ha presa sull’orlo della zona retrocessione, l’ha portata prima in Europa e poi a giocarsi due finali. Ci sono peccati e limiti di crescita, per un allenatore che da poco si è affacciato su certi livelli (mai toccati neanche da giocatore). Ma le ultime partite del 2023 certificano una grande maturità anche nella gestione delle partite e delle difficoltà. Se la Fiorentina è andata e sta andando forse anche oltre le proprie possibilità, tanti meriti sono anche dell’allenatore.
J di Jack Bonaventura. Dieci gol e 7 assist nel 2023, decisivo per la svolta viola con il suo ruolo sulla trequarti. Unico e insostituibile… a 34 anni. Chapeau.
K di Kayode. Un classe 2004 alla conquista di Firenze. Prima protagonista con la Primavera, quindi in Nazionale con l’Europeo U19 vinto (con gol in finale), infine imprescindibile sulla destra con l’esordio show a Marassi e altre prove di qualità. Il presente e il futuro sono suoi. Ma K anche di Kouame, un altro fiorentino ormai d’adozione, risorsa preziosa per Italiano.
L di Luka Jovic. Dall’obiettivo 30 gol sbandierato nell’estate 2022 a Moena all’ennesima illusione offensiva degli ultimi anni. La società si era detta soddisfatta, salvo poi rivoluzionare l’attacco e mandare via il serbo a zero in direzione Milan.
M di Mai una gioia. Due percorsi esaltanti nelle coppe, due finali. Ma ancora rimandato l’appuntamento con un trofeo. Ma M anche di Milenkovic, Mandragora e Mina, giocatori da cui aspettarsi di più nel 2024.
N di Nzola. L’uomo di fiducia di Italiano, ma con i mesi diventato soprattutto bersaglio di critiche da parte dei tifosi. Del resto sul campo ha fatto poco per conquistare la fiducia, con 3 gol e 2 assist in 25 presenze fin qui. Aspettando di capire se partirà o meno per la Coppa d’Africa.
O di Oliver Christensen. Incerto nelle prime uscite, decisivo poi contro il Parma e contro il Ferencvaros nelle coppe. Diventato idolo dei tifosi per la sua ‘battaglia psicologica’ ai rigori contro i gialloblù. L’alternanza con Terracciano, affidabile portiere di campionato, sembra funzionare.
P di Parisi. Terzino per presente e futuro. Tanta corsa e tanto fiato, ma anche errori importanti in difesa, specie quando spostato a destra… a Piede invertito. Perché da quella parte, a proposito di P, c’è un Pierozzi che dopo i problemi fisici d’estate non è riuscito più a recuperare terreno e a rappresentare un’alternativa sicura per Italiano.
Q di Quarta. Da possibile partente in estate a certezza-goleador. Il Chino sembrava poter lasciare Firenze ad agosto, invece è stato una risorsa importante per Italiano, con i 5 gol segnati, grande tempismo in difesa e ottima capacità d’impostazione. L’allenatore ha confidato di essersi ispirato al Milan di Sacchi per il ruolo dell’argentino, che salendo in impostazione ha spesso sparigliato le carte e sorpreso gli avversari.
R di Ranieri. La storia più bella probabilmente di questo 2023 viola. Era il ‘centrale in più’ dello scorso anno, rimasto più per questione di liste che per convinzioni. Italiano via via l’ha messo dentro nei big match, poi ci ha rinunciato sempre meno volentieri. Grande determinazione, attaccamento alla maglia… e gol pesanti.
S di Stadio Franchi. La ‘patata bollente’ di fine anno. A breve partiranno i lavori in curva Ferrovia per l’inizio del restyling da parte del Comune, ma il progetto deve essere ancora finanziato in toto e la Fiorentina è furiosa perché non sa dove giocherà la prossima stagione. Una situazione intricata con rapporti tornati tesi tra club e Comune. Ma stando così le cose la Fiorentina giocherà al Franchi fino a giugno, poi dovrà trovare un nuovo stadio per la prossima stagione.
T di Tifosi. Nella cavalcata da marzo in poi sono stati il valore aggiunto della squadra di Italiano. Un binomio solido che ha fatto registrare grandi numeri sia in casa che in trasferta, con le imprese europee e la doppia finale di Roma e Praga. Quest’anno anche la festa per i 50 anni del Collettivo, e un sostegno mai mancato ad una Fiorentina che sta regalando soddisfazioni.
U di Un esterno a gennaio. Ci risiamo. Dopo Ikoné e Brekalo, un altro mercato invernale alla ricerca di un’ala che possa garantire giocate e gol. Anche da Italiano è arrivata la conferma: la Fiorentina farà qualcosa in quella zona di campo. La speranza è che, stavolta, possa arrivare un rendimento migliore, perché il francese e il croato non hanno lasciato troppe tracce rispetto alle aspettative.
V di Viola Park. È stato l’anno della grande apertura del centro sportivo più bello d’Italia e forse d’Europa. I lavori, i ritardi, lo slittamento dell’agibilità ma poi anche la grande festa per l’inaugurazione e i primi eventi (non per tutti), con la squadra di Italiano che dall’estate si è goduta nuovi campi e nuove strutture. Poi aperti anche a settore giovanile e donne. Un fiore all’occhiello che comunque vada resterà nella storia viola.
W di Wanted. Cercasi. In particolare un centravanti che segni. Una ricerca costante nel post-Vlahovic. In principio furono Piatek e Cabral, poi Cabral e Jovic, ora Beltran e Nzola. Otto gol in 27 partite stagionali fin qui per l’argentino e l’angolano: non un granché, nonostante il 9 viola stia dando segnali.
X di 10. Come numero. Se Nico aspetta di rientrare per continuare a trascinare i viola, c’è anche un ex 10 che scalpita per tornare sul campo. Parabola strana quella di Castrovilli, rientrato a tempi record ad inizio anno ma poi sfortunato protagonista dell’estate: era destinato al Bournemouth per 14 milioni di euro, ma le visite non superate hanno aperto poi un nuovo calvario con nuova operazione al ginocchio. Ora presente e futuro sono un rebus: è fuori dalle liste con la Fiorentina e ha il contratto in scadenza tra sei mesi. Un talento che aspetta di tornare in campo.
Y di Yes we can. Sognare si può. La Fiorentina ha lasciato il 2023 al quarto posto in campionato, agli Ottavi di Conference, ai Quarti di Coppa Italia e con una Supercoppa da giocarsi. Italiano lo ha confermato: la doppia finale persa pesa ancora, c’è voglia di regalare almeno una gioia a questa città e a questa tifoseria. Quattro fronti aperti…
Z di Zona Champions. Perché la Fiorentina dopo tanti anni è tornata a lottare seriamente per la Champions. Per le difficoltà delle altre grandi, è vero, perché un campionato così anomalo in cui stanno steccando Napoli, Roma e Lazio non si vedeva da tempo, ma anche per meriti propri, perché 33 punti dopo 18 giornate sono un bottino niente male. L’impressione è che ci si possa togliere grandi soddisfazioni, ma molto passerà anche dal mercato. Con un’aggiunta preziosa: se le italiane andranno bene nelle coppe europee, anche il quinto posto potrà valere la Champions a fine anno. Motivo in più per crederci.
