Ancora parole di Alban Lafont, portiere viola, a La Nazione. Sul passaggio da attaccante a portiere, e sul nuovo impatto con Firenze.
Chi è Alban Lafont? «Ho 19 anni, sono nato a Ouagadougou in Burkina Faso e oggi sono un giocatore della Fiorentina, e questa per me è una grande sfida».
In che zona di Firenze abita? «Ho scelto Fiesole».
Cosa ha scoperto di Firenze? «E’ una città straordinaria, con un centro storico semplicemente eccezionale. Non mi aspettavo una realtà così piacevole; una bellissima scoperta. In una parola, magnifica».
Un posto che l’ha stregata? «Sono rimasto affascinato dal Duomo. Mi ha tolto il fiato».
Ora il calcio. Ci racconta la sua trasformazione da centravanti a portiere? «Come sempre succede, ho cominciato da ragazzino a giocare a pallone. Il ruolo di portiere mi era sempre piaciuto, ma giocavo davanti. A 12 anni, mancava un portiere e da lì è cominciato tutto».
Nelle prime amichevoli è apparso subito a suo agio proprio con i piedi. Questa trasformazione l’ha aiutata? «Si, molto, anche perché, specie nel calcio moderno, il portiere deve essere molto abile anche a giocare la palla con i piedi. Deve essere preciso. Per questo bisogna sempre lavorare nel quotidiano».
Ha mai pensato alla Nazionale maggiore? «Sì, ma sono ancora molto giovane: devo migliorare per arrivarci».
In Italia abbiamo letto che è l’erede di Areola… «E’ molto giovane anche lui. Io lo sono di più, quindi forse è per questo che pensano possa essere un po’ il suo erede. Gioca già in grande club (il Psg, ndr), ha già fatto parte della spedizione che ha vinto la Coppa del Mondo».
Sogna mai di giocare in una competizione europea? «Si, sarebbe bellissimo».
Più volte l’hanno paragonata a Donnarumma. E’ così? «Donnarumma ha già fatto belle cose con il Milan, ha grande talento, ma io sono io e lui è lui».
Lei più forte… «No (ride, ndr), non volevo certo dire questo. Siamo entrambi giovani, ciascuno di noi ha le proprie qualità e i propri difetti».
Di
Redazione LaViola.it