Il gol di Florenzi sabato contro la Roma e qualche eccesso, ma l’ex portiere viola non ha dubbi sulle qualità del suo erede
Come riporta La Repubblica Firenze, ingiusto prendersela con Alban Lafont. È giovane, giovanissimo per essere un portiere da Serie A. Però qualcuno gli ha puntato il dito contro. Colpa sua il gol di Florenzi? Forse un po’ anche sua. Ma basta questo per mettere sotto accusa il ragazzo tra i pali?
Beh, qualcuno aveva bisogno di un colpevole per un orgasmo interrotto. La scarsa forma del Cholito? Le scelte del tecnico? Il mercato? Il portiere? La verità sta nel mezzo: ognuno ha le sue grandi o piccole responsabilità, ma il numero uno, per ora, di gol non ne ha incassati tanti, anche perchè la difesa è il reparto d’oro di una squadra costruita imperfetta per definizione e per scelta aziendale.
Resta il fatto che il cartellino di Alban Lafont rappresenta l’unico vero investimento della società dei fratelli Diego e Andrea Della Valle. I soldi spesi la scorsa estate sono quasi tutti andati al Tolosa: otto milioni di euro scommessi su quello che chiamavano il Donnarumma di Francia perchè a sedici anni giocava già nella Ligue 1 tra i pali, quando solo due anni prima se la cavava più che bene da centravanti.
Scelte di vita che, in caso di grandezza certificata, fanno comodo anche per una futura biografia sistemata nelle vetrine di qualche bookstore. Nella logica del calcio delle plusvalenze, Lafont è un colpo azzeccatissimo. Ieri l’osservatorio del calcio europeo ha pubblicato gli aggiornamenti sulle valutazioni dei giocatori. Stando a queste tabelle il cartellino di Lafont vale già 30 milioni.
Stando al buon senso la cosa sembra abbastanza ridicola, visto che dall’arrivo a Firenze a oggi il portiere originario del Burkina Faso ha parato due rigori in un torneo estivo, fatto qualche ottimo intervento in campionato e messo i brividi addosso ai suoi tifosi quando si è messo ad aspettare l’attaccante per dribblarlo. Ma le cifre del calcio ormai sono impazzite, anche se di sicuro c’è chi si sta già fregando le mani.
Ma questi al momento sono dettagli. Lafont non è in vendita e trenta milioni oggi li offrirebbe solo un pazzo (ci sono anche quelli). Ciò che ci si chiede è se il ragazzo ha capito che forse se rischia un po’ meno è meglio per tutti.
L’EX VIOLA SICURO. «Soprattutto per i compagni di reparto, che devono sentire piena fiducia in lui» , dice Sebastien Frey, l’ultimo dei grandi portieri viola, francese come di nazionalità lo è il suo erede ragazzino. «Alban è forte e può diventare molto forte. Ha molta personalità e questo a volte gli fa fare cose un po’ discutibili. Ma essere un po’ matti da giovani può essere un ottimo segnale. A quell’età si agisce spesso di istinto. La saggezza viene dopo. Io credo che Lafont possa diventare un numero uno importante. Glielo dissi al telefono: ora vai in Italia e non sarai più coccolato come in Francia. Devi conquistarti la fiducia dei tifosi. Quindi fare cose semplici e piano piano acquisire autostima».
Lafont quando rilancia la mette spesso sui piedi del compagno. Un portiere moderno. Forse qualcosa di più. Lui esce, non ha paura di rischiare. «E questo è un buon segno. Essere un po’ folli può essere una qualità. Anche io ero così, anche se coi piedi ero meno bravo. L’importante è che Alban impari a evitare certi rischi. Ma lo farà. Di sicuro ha pagato un po’ il prezzo dell’ambientamento. Ma facendo i conti non ha fatto certo male fino ad oggi» .
E così Alban può stare tranquillo. Magari non troppo quando ha il pallone tra i piedi e decide di dribblare l’attaccante. A qualcuno può venire una sincope. L’urlo di Pezzella spiega bene il concetto.
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Redazione LaViola.it