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La Viola spaventa Gattuso, sembrava il 2018. Ma alla fine Rino passa

Il gol annullato a Vlahovic, il rigore parato da Terracciano: la Fiorentina mette paura al Napoli, ma gli azzurri centrano una vittoria da Champions

Si scrive Champions e sembra si legga Napoli, scrive Il Corriere dello Sport – Stadio. Vale la pena però aspettare ancora, c’è sempre qualcuno che potrebbe rifugiarsi in riti scaramantici. Si scrive Napoli e si immagina Insigne, nella sua limpida, estrosa espressione di calcio, nella sua terribile, opprimente cappa d’ansia, in quel battito di ciglia che al 12′ della ripresa – l’attimo che separa dalla prodezza di Terracciano sul suo rigore al tap in sulla respinta – in cui il sangue dev’essergli ghiacciato nelle vene.

PAURA. E però è stato un frammento di paura, un’anestesia assai localizzata, l’esatto contrario di ciò che è successo prima in quel Fiorentina-Napoli apparso, sedici ore dopo, il sequel di Juventus-Inter. Per un’ora circa, il Napoli ha rivisto scene appartenute ad un film del 2018, roba che neanche Hitchcock, e in quel mistero, nelle paure di una trama resa viva da Terracciano (12′ prodezza su Zielinski), s’è infilato il sospetto di essersi inchiodati nel terrore, complice un filo di dietrologia. 

PSICANALISI. La Fiorentina, a cui Iachini ha consegnato recentemente un equilibrio insospettabile, se ne è stata disinvolta e in buona compagnia – anche in nove – dietro la linea del pallone: non avendo obiettivi, non s’è negata emozione, e fino a quando le gambe l’hanno sostenuta, è rimasta lì, a chiudere l’orizzonte, a sistemare un tarlo (13′: gol di Vlahovic, ma in fuorigioco), a lasciare che la pressione di Gattuso salisse vertiginosamente. Più che una partita, Fiorentina-Napoli è apparsa come una seduta psicoanalitica e Iachini, prima di cedere la panchina a Gattuso ha provato a spedirlo su un lettino: niente angoli di passaggio, né sbilanciamento frontale che aprisse un varco alla speranza, con Fabian e Zielinski inghiottiti da se stessi e terrorizzati in un possesso palla (66%) inutilmente bulgaro, e una traversa (33′) per far imprecare Insigne in aramaico.  

SVEGLIA. Il Napoli è uscito dalle sue ossessioni in dieci minuti vibranti, sfruttati per spazzare via qualsiasi forma di condizionamento, per andare a sbattere (ancora) su un palo di un Insigne rimasto di legno, infine per trovare con la deviazione di Venuti, sulla girata di Zielinski, il 2-0. Mancano ora 90′, la Fiorentina comincerà a dare un’occhiata intorno per incollare i cocci d’una stagione inadeguata, (quasi) disastrosa, e poi tuffarsi tra le braccia di Gattuso e il Napoli dovrà viverli rifugiandosi nel proprio talento esagerato per liberarsi dal Verona.

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