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La verità di Diego: “La Fiorentina l’avrei tenuta, Andrea ha voluto vendere. Inspiegabili le dimissioni di Pioli. Un voto alla nostra gestione? Tra 7 e 8”

Lunghissima intervista rilasciata da Diego Della Valle, che tocca diversi punti. Ecco la prima parte, nella quale parla anche di Pioli

Lunga intervista di Diego Della Valle al Corriere dello Sport (LEGGI QUI LA SECONDO PARTE). L’ex proprietario della Fiorentina racconta la sua verità: “Avevamo tre o quattro soluzioni, abbiamo scelto quella che ci sembrava la migliore. Rocco ha alle spalle JP Morgan, peraltro. Andrea voleva vendere, io la Fiorentina l’avrei tenuta… Sono stati diciassette anni pieni, quest’ultima fase, da febbraio, quasi drammatica e inspiegabile. Inspiegabile quanto il comportamento di Stefano (Pioli, ndr), le sue dimissioni ci hanno sorpreso. Stefano è una bravissima persona e un ottimo tecnico, per noi era l’ideale, se non se ne fosse andato l’avremmo tenuto, Andrea ed io eravamo d’accordo su questo punto. Mancavano meno di due mesi alla fine del campionato, c’era tutto il tempo per prolungare il contratto, dal nostro punto di vista il rapporto di fiducia non si era esaurito. In seguito Montella ha trovato una squadra svuotata, eppure i valori tecnici non mancano: Chiesa, Veretout, Pezzella, Muriel, Biraghi. Stefano proprio non l’ho capito, si sarà spaventato, il comunicato di risposta alle sue dimissioni l’ho voluto scrivere personalmente, anche per salvaguardarne l’immagine di fronte alla città, così come giorni fa ho scritto di mio pugno la lettera ai tifosi”.

“Alle tre di notte, e mi trovavo nella mia camera a New York. Le correzioni, perfino i punti e le virgole, ho voluto che nessuno le toccasse, erano dei pensieri che dovevo trasmettere a una città che merita la giusta attenzione. Firenze è una realtà a parte, i tifosi sono tra i migliori d’Italia, ogni tanto qualche lenzuolo di protesta ma niente di più. A parte le tre, quattro piazze dormienti della Serie A mi dica lei quale piazza ha una tifoseria migliore… Certo, io non mi sento di dover fornire spiegazioni a nessuno. In particolare non le devo a chi ha cercato a più riprese di avvicinarsi a noi con suggerimenti, consigli, linee da dettare. Abbiamo sempre fatto di testa nostra, in piena autonomia. In diciassette anni abbiamo messo quasi 300 milioni nella Fiorentina, per la precisione 285. Bilanci corretti, numeri chiari e documentati, non siamo mai ricorsi ad artifici quali plusvalenze gonfiate e altro. Se dovessi dare un voto a questa avventura, un voto tutto mio, per le emozioni e le soddisfazioni vissute, starei serenamente tra il 7 e l’8″

“La lettera voleva mettere un punto, se non è stata gradita mi spiace, ma mi interessa anche poco. In tutti questi anni abbiamo sempre cercato di operare con serietà, con le nostre forze e nonostante i tanti ostacoli incontrati. Non avevo bisogno di riaffermare la mia autonomia di pensiero perché chi mi conosce sa bene come sono fatto. Le situazioni, le persone, i problemi li affronto di petto. Mio padre, un uomo geniale, un giorno mi disse: “Diego, se ti capiterà di dover licenziare un dipendente fallo in prima persona. Non delegare, non lasciare che tocchi a un collaboratore. Se lo farai tu l’altro capirà che, se sei arrivato fino a quel punto, è solo perché sei stato costretto, perché non avevi altra scelta, non c’erano le condizioni per proseguire”. Alle responsabilità personali e aziendali non mi sono mai sottratto. E oggi guido un Gruppo con seimila dipendenti e ogni giorno nel mondo, da Osaka a New York, da Seul a Parigi, settanta, ottantamila persone devono acquistare uno dei nostri prodotti per permetterci di crescere e rinnovarci”.

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