Borja Valero sblocca subito, l’Inter spreca e la Fiorentina si costruisce la cavalcata per il pareggio. Rovinati i piani di Conte.
L’ultima cosa che ti aspetti da una squadra di Conte: subire un contropiedone a tutto campo al 2’ di recupero, in vantaggio di 1-0. Invece è successo. Minuto 47 della ripresa: Politano, invece di congelare palla alla bandierina, cerca di sgattaiolare in area, la perde, Godin stecca la chiusura, Vlahovic parte al galoppo in una prateria deserta, resiste alla pressione di Skriniar, che non riesce a intervenire, e s’inventa il diagonale della vita: 1-1 per sempre. Come nei due anni precedenti al Franchi, vittoria sfumata dopo il 90’. Il gol che sigilla la settimana nerazzurra degli sprechi, dopo quelli contro il Barcellona. Ancora una volta protagonista assoluto è stato Lukaku. Imperdonabile, tra gli altri, l’errore al 28’ della ripresa: a un metro dalla porta, ha centrato incredibilmente Dragowski. Così scrive La Gazzetta dello Sport.
INTOPPO. La missione di Conte sembrava ormai riuscita: vincere a Firenze, per poi superare il Genoa a San Siro e trascinare sano e salvo alla sosta il primato in classifica. In vantaggio con il rinato Borja Valero, l’Inter stava realizzando il piano. Poi la beffa finale. La svolta che cercava Conte, l’ha trovata Montella, che ha pescato la carta giusta, quando già stava accettando la quinta sconfitta consecutiva e si preparava a parlare della sua panchina traballante. Senza la luce delle sue stelline (spenti Chiesa e Castrovilli), la Fiorentina ha avuto il merito di resistere nella sofferenza, ci ha messo più cuore del solito e si è meritata la cavalcata finale.
GOL IN 10. Borja Valero che spacca la partita all’8’. La Fiorentina è in dieci perché Badelj, dirimpettaio di Borja, è a bordo campo. Nell’occasione lo sostituisce, male, Boateng; Milenkovic si oppone ancora peggio e Borja, trovato in area da Brozo, imbuca il primo palo. Chiesa, toccato duramente due volte, perde la talentuosa continuità che servirebbe. Non riesce a darla neppure Castrovilli, l’altra stellina, toccato duro pure lui. Senza scintille di genio, la manovra della Fiorentina è tutta buona volontà senza sbocchi. In 15 giornate il bunker di De Vrij ha subito un solo gol di testa, per rendere l’idea. E Boateng non sembra mai un attaccante d’area e di sfondamento.
Montella si gioca la carta buona al 14’ inserendo la punta Vlahovic per Chiesa, acciaccato e con i sentimenti eternamente spettinati. Ma il copione non cambia: la Fiorentina gira palla e l’Inter tira. Lautaro sfiora la traversa di testa, Lukaku calcia centrale e, soprattutto, spreca imperdonabilmente quel gol a un passo da Dragowski. Quando Vlahovic fa 1-1, Lukaku avverte una fitta dolorosa alla coscienza.

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Redazione LaViola.it