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Rassegna Stampa

La stagione di Italiano: applausi e critiche. Ma questi traguardi lasciano il segno

Pareggio in Belgio targato Italiano, che con i suoi pregi e i suoi difetti è arrivato alla seconda finale europea consecutiva

Scappa via tarantolato per la felicità, Vincenzo Italiano. C’è il charter viola che lo aspetta per tornare a Firenze. Sorride, batte il cinque a chi lo saluta e sorride. Con la consapevolezza che in questo sbarco nella finale di Conference League c’è tanto di lui. Del suo lavoro che oggi più che mai ha regalato una stagione comunque da rileggere con un grafico matto. Critiche, errori, flash sul futuro, rapporto con il gruppo. Vittorie che lasciano il segno, scrive stamani La Nazione.

Italiano che ha portato la Fiorentina ad Atene ha vissuto e sta vivendo tutto questo. Una botta di adrenalina e di tensioni al giorno. Applausi mixati a critiche, risultati esaltanti a inciampi senza giustificazione. Sì, l’Italiano che non ha sbagliato nulla a Bruges è lo stesso che una settimana fa, o poco più, aveva tenuto la difesa troppo alta e aveva incassato gol evitabilissimi (vedi la semifinale di coppa Italia con l’Atalanta e la gara di andata proprio con il Bruges).

Vie di mezzo? No, non ce ne sono, ma il pari in Belgio che ha riacceso i riflettori sulla Fiorentina con la seconda finale europea consecutiva è stato un condensato di tutto il bello che Italiano ha costruito e magari continuerà a raccontare chissà dove, accompagnato dal suo personalissimo manuale del calcio. (…)

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